I lettori abituali di Sostenibilitalia sanno che detesto Starbucks e che ho salutato con gioia la rinuncia dell'azienda al mercato italiano. Starbucks vende nei suoi 12.000 negozi sparsi negli USA e nel resto del mondo per 4 dollari dei beveroni sopravvalutati chiamati Latte o Frappuccino, di cui certo in Italia non sentiamo la mancanza.
Oggi Starbucks ha annunciato il lancio di una sua linea di caffè istantaneo chiamata VIA che sarà nei negozi dal 3 marzo. La strategia dell'azienda sembra più orientata verso i mercati esteri dove il caffè istantaneo è dominante come quello inglese (81%) e giapponese (63%) piuttosto che su quello americano, dove si consumano 66 miliardi di tazze di caffè l'anno (di cui il 75% a casa) ma quasi tutto filtrato.
L'instant coffee di Starbucks è caro come i beveroni che propina nei suoi negozi: 2.95 dollari per tre dosi in America e probabilmente 1.20 sterline in Gran Bretagna. Cioè dieci volte il costo di una dose di caffè istantaneo standard.
Il Times ha già pubblicato gli esiti di un test tra VIA e un qualunque caffè solubile. Risultato: i consumatori non riconoscono la differenza.
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