lunedì 16 febbraio 2009

Kyoto e Italia, quattro anni dopo

Come passa il tempo! Quattro anni fa entrava in vigore il Protocollo di Kyoto e l'Italia ne salutava l'ingresso con entusiasmo, come testimonia il comunicato stampa ufficiale del ministro dell'ambiente dell'epoca, che era Altero Matteoli. Sempre per l'occasione Matteoli rilasciava una intervista a La Repubblica in cui elencava tutte le misure che il governo Berlusconi avrebbe attuato per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Il quarto anniversario del protocollo di Kyoto non vede realizzato quasi nulla di quanto elencava Matteoli nel 2005. Malgrado la nostra inerzia le emissioni però dal 2005 in poi sono calate, principalmente per la crisi economica, la ridotta produzione industriale, l'aumento del prezzo del petrolio e gli inverni miti. Parte della riduzione deriva anche da alcune alchimie contabili del protocollo e, secondo la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi, con l’istituzione del registro degli assorbimenti forestali e con altri "meccanismi flessibili" previsti dal trattato si potrebbe arrivare a quota -5,4% entro il 2012, avvicinando l'obiettivo fissato del 6,5%.
Anche per Gianni Silvestrini di Kyoto Club il bilancio italiano è in chiaroscuro. I dati sono destinati a migliorare per la contabilizzazione dei "certificati bianchi", le ristrutturazioni edilizie e la diffusione delle fonti rinnovabili, che recentemente ha avuto un buon incremento (1.010 MW eolici, 200 MW fotovoltaici, 400.000 mq di solare termico nel 2008). Ma Silvestrini ammonisce che "occorre avviare una politica di lungo periodo per impedire che l’Italia si stacchi da un’Europa virtuosa sul clima".
Le città hanno un ruolo centrale nella riduzione delle emissioni di CO2 e la scorsa settimana il presidente della UE Barroso lo ha ripetuto agli amministratori convenuti a Bruxelles per firmare il Patto dei Sindaci. Le città che sottoscrivono il Patto dei Sindaci si impegnano ad agire per ridurre le emissioni oltre gli obiettivi del 20+20+20 fissati dall'Unione nel "Pacchetto Clima".
Mancano solo tre anni alla scadenza del Protocollo di Kyoto e a dicembre di quest'anno la COP-15 di Copenhagen approverà il nuovo patto mondiale sul clima, dove le città dovranno essere incluse a pieno titolo.

Nessun commento:

Posta un commento