Il presidente Berlusconi era ieri in visita ufficiale in Montenegro per dei colloqui con il Primo Ministro e con il Presidente del Montenegro, Milo Djukanovic e Filip Vujanovic. Il nostro primo ministro ha anche incontrato degli studenti, ai quali ha recitato un sonetto di Dante (Guido vorrei che tu, Lapo ed io...). I ragazzi hanno inoltre raccontato dei riferimenti ironici di Berlusconi alla tristezza degli uomini di sinistra e del suo apprezzamento per la bellezza delle donne montenegrine che lo ha colpito insieme alla altezza tipica di questo popolo balcanico.
Ma torniamo alle cose serie. Ieri e oggi a Bruxelles al Consiglio per gli Affari Generali e le Relazioni Esterne (GAERC) si discuteva la richiesta formale del Montenegro di aderire all'Unione, presentata lo scorso dicembre, ma i corridoi dicono che la riunione resterà interlocutoria. Alcuni governi sono decisamente contrari ad un allargamento a breve, a cominciare dalla Germania. Angela Merkel ha dichiarato che l'Europa "deve prima consolidarsi" e "rafforzare la sua identita e le sue istituzioni". La posizione tedesca sembra destinata a non cambiare almeno fino a settembre, quando in Germania si svolgeranno le elezioni. Il ministro delgi esteri montenegrino Milan Rocen consulterà nei prossimi giorni i suoi colleghi nella speranza di guadagnare qualche promessa da spendere anche in questo caso in campagna elettorale (il Montenegro vota il 29 marzo).
Altri paesi sono contrari all'argamento della UE nei Balcani e temono che accettare la richiesta del Montenegro possa aprire le porte a Bosnia, Serbia e Albania. La Croazia sta negoziando il suo ingresso dal 2005, ma la situazione è in fase di stallo per una disputa di confine con la Slovenia. Dal canto suo la Macedonia (FYROM per i Greci) ha lo status di paese candidato ma non ha mai cominciato i negoziati.
Altre nazioni spingono per l'allargamento ha cominciare dalla Repubblica Ceca, che ha messo il tema al centro del suo semestre di presidenza che scade il 30 giugno. Citando Winston Churchill il primo ministro ceco Topolánek ha detto che rinunciare al progressivo allargamento nei Balcani creerebbe "un nuovo problema nell'addome dell'Europa".
Se, come sembra scontato, oggi non si raggiungerà un accordo la decisione slitterà alla prossima riunione del GAERC il 26 e 27 aprile a Lussemburgo.
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