I sondaggi in vista delle prossime elezioni europee confermano che la consultazione 2009 sarà quella con la più bassa percentuale di votanti della storia dell'Unione: appena il 34%. Particolarmente desolante il panorama nei paesi dell'est, con il record della Polonia, dove solo il 13% degli elettori ha dichiarato che andrà a votare mentre il 63% conferma di non avere "nessun interesse" nella consultazione. Poco meglio in Slovacchia, con una previsione di affluenza del 15%, persino più bassa del 16% del 2004.
La crisi economica peggiora la situazione, riducendo i budget per le campagne elettorali. In Romania ad esempio nessuno ha stampato manifesti.
Altri paesi useranno le elezioni per regolamenti di conti locali. La repubblica Ceca, che sta vivendo la peggiore e più incasinata presidenza di turno che ci si ricordi, utilizzerà il voto europeo come termometro in vista delle elezioni politiche indette per ottobre, dopo che lo scorso marzo il governo Topolanek si è dimesso. Lo stesso accade in Bulgaria, dove le elezioni politiche sono in programma il 5 luglio. In Lettonia invece le Europee coincidono con il voto amministrativo, come in Italia.
In Spagna l'ultimo sondaggio da alla pari il partito socialista di Zapatero e l'opposizione del partito popolare, ambedue al 42% con una proiezione di 23 seggi a testa sui 50 totali.
Un panorama completo lo ha fatto la BBC con una guida che analizza paese per paese le 27 nazioni e fa previsioni sugli esiti nazionali.
Il prossimo parlamento europeo sarà meno affollato del precedente, con 736 seggi rispetto ai 785 attuali.
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