Il governo di centrodestra non trova l'accordo con le regioni sul cosiddetto Piano Casa, che continua ad essere rimandato. Non è solo questione dei famosi bonus di ampliamento per le villette e per chi demolisce e ricostruisce. Al piano casa è collegato un disegno di legge "per l'aggiornamento della normativa urbanistica edilizia e del paesaggio". Due articoli che concedono al governo la delega per scrivere entro dodici mesi uno o più decreti che dovrebbero riscrivere i principi fondamentali dell'attività edilizia, comprese le sanzioni per gli abusi e la semplificazione delle procedure. Il disegno di legge tra le altre cose prevede infatti la semplificazione delle procedure anche mediante la sostituzione dei titoli edilizi preventivi, comunque denominati, con certificazioni di conformità asseverate da professionisti abilitati (...).
Le prescrizioni del disegno di legge lascerebbero trenta giorni alla conferenza Stato-Regioni per esprimere il parere e appena venti giorni alla Camera e al Senato per il parere definitivo.
Le Regioni non ci stanno, ma Berlusconi ha comunque dichiarato che le misure saranno in vigore da agosto. In pratica le Regioni avranno tempo fino alla fine di luglio per deliberare.
Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, ha accusato il Presidente del Consiglio di creare equivoci. Secondo Errani il DL in esame è incentrato sulla semplificazione del settore edilizio e non sull’aumento delle cubature del 20%, come affermato da Berlusconi.
Si tratta ancora e le ultime notizie dicono che le Regioni l'hanno spuntata eliminando la possibilità di operare un cambio di destinazione d'uso tramite una semplice Dichiarazione di Inizio Attività (DIA). Tra le richieste sul tavolo anche una deroga alle assunzioni da parte degli enti locali, necessarie per gestire le nuove norme antisismiche, qualora entrino immediatamente in vigore.
Vista la situazione il Consiglio dei Ministri ha rimandato tutto, decidendo solo lo slittamento di un mese per il termine dell'attività normativa regionale.
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