Domani si vota in Albania, dove è stata appena introdotta una nuova legge elettorale proporzionale con liste bloccate, sulla falsariga del nostro porcellum. Tra i circa tre milioni di elettori voteranno per la prima volta anche gli Albanesi nati dopo il 1990, anno della caduta del regime comunista. Le coalizioni presenti sulle schede sono quattro, ma la sfida è tra il premier in carica Sali Berisha (a destra nella foto) che guida il Partito Democratico e Edi Rama (a sinistra), il carismatico sindaco di Tirana che è a capo del Partito Socialista. Alle frange più estreme dello schieramento sono la Destra Alternativa, che ha preso le distanze da Berisha, e il Movimento di Sinistra per l'Integrazione guidato da Ilir Meta. Con Edi Rama è schierato anche il movimento G99, finanziato da George Soros e guidato da Erion Veliaj. La destra appare litigiosa e frammentata, con il PD di Berisha che sai scaglia contro gli altri partiti. Sul fronte opposto Rama sembra cercare il dialogo con le altre forze e si parla di un suo accordo con Fatos Nano, storico leader della sinistra albanese.
L'Albania ha una triste tradizione di elezioni poco trasparenti e ancora lontane dagli standard occidentali. A complicare le cose anche l'obbligo per i votanti di dotarsi di nuovi documenti di identità, delle carte di identità elettroniche con i dati biometrici, che sembra non tutti i cittadini siano riusciti ad ottenere in tempo. Domani le votazioni saranno seguite da 400 osservatori internazionali inviati dall'OSCE e da 2500 volontari delle ONG albanesi. Per la prima volta sono stati fatti anche dei sondaggi, sulla cui attendibilità molti hanno dubbi. I risultati darebbero dai due ai quattro punti di vantaggio al partito di governo di Berisha, forte nelle zone rurali del paese.
La vigilia elettorale non è tranquilla. La polizia ha vietato la manifestazione di chiusura del Partito Socialista, che si doveva svolgere ieri sera a Tirana.
L'Albania ha avanzato recentemente la richiesta formale di ingresso nell'Unione Europea ma Bruxelles non ha ancora risposto e ha invece confermato l'obbligo di visto per l'ingresso nella UE dei cittadini albanesi, recentemente cancellato per le nazioni della ex Yugoslavia. Secondo Amnesty International in Albania il 18% della popolazione vive sotto la soglia della povertà, fissata in un reddito di 2 dollari al giorno.
Nessun commento:
Posta un commento