
L'Albania ha una triste tradizione di elezioni poco trasparenti e ancora lontane dagli standard occidentali. A complicare le cose anche l'obbligo per i votanti di dotarsi di nuovi documenti di identità, delle carte di identità elettroniche con i dati biometrici, che sembra non tutti i cittadini siano riusciti ad ottenere in tempo. Domani le votazioni saranno seguite da 400 osservatori internazionali inviati dall'OSCE e da 2500 volontari delle ONG albanesi. Per la prima volta sono stati fatti anche dei sondaggi, sulla cui attendibilità molti hanno dubbi. I risultati darebbero dai due ai quattro punti di vantaggio al partito di governo di Berisha, forte nelle zone rurali del paese.
La vigilia elettorale non è tranquilla. La polizia ha vietato la manifestazione di chiusura del Partito Socialista, che si doveva svolgere ieri sera a Tirana.
L'Albania ha avanzato recentemente la richiesta formale di ingresso nell'Unione Europea ma Bruxelles non ha ancora risposto e ha invece confermato l'obbligo di visto per l'ingresso nella UE dei cittadini albanesi, recentemente cancellato per le nazioni della ex Yugoslavia. Secondo Amnesty International in Albania il 18% della popolazione vive sotto la soglia della povertà, fissata in un reddito di 2 dollari al giorno.
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