giovedì 18 giugno 2009

Sei mesi di trattative

Scaduto il termine ultimativo del 17 giugno, le Nazioni Unite hanno comunicato di avere ricevuto cinque proposte di un nuovo protocollo sui cambiamenti climatici (Giappone, Tuvalu, Australia, Costarica e USA) e dodici proposte di emendamenti al Protocollo di Kyoto (Repubblica Ceca per conto dell'Unione Europea, Tuvalu (2), Filippine, Nuova Zelanda, Cina (per conto di 37 nazioni tra cui Brasile, India, Indonesia e Pakistan), Colombia, Bielorussia, Australia, Giappone, Bolivia (a nome anche di Malaysia, Paraguay e Venezuela), Papua Nuova Guinea.
Tutte le proposte presentate saranno discusse nella COP 15 di Copenhagen il prossimo dicembre.
I testi sono molto diversi tra loro e generalmente incompleti. Si tratta in buona sostanza di basi per le trattative. In molti documenti le cifre sono lasciate in bianco e si scrive ad esempio "i paesi compreso nell'allegato 1 dovranno ridurre le loro emissioni di gas serra del xx% nrel periodo 2013-20xx". L'Unione Europea ha presentato un testo di 19 pagine che include inter alia la richiesta di inserire l'obbligo di riduzione delle emissioni per i settori del trasporto aereo e del trasporto navale, con obiettivi vincolanti. La quota di riduzione per le nazioni è indicata dalla UE nel 30% entro il 2020 rispetto al 1990, ma ovviamente sono solo cifre indicative. Del resto l'Europa dichiarato di essere disposta ad alzare al 30% gli obiettivi del pacchetto 20+20+20 nel caso si riesca a raggiungere un accordo globale.
Da oggi comincia la fase più complessa e politicamente delicata, mentre Copenhagen si avvicina, come dimostra il conto alla rovescia qui a destra in alto.

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