Scaduto il termine ultimativo del 17 giugno, le Nazioni Unite hanno comunicato di avere ricevuto cinque proposte di un nuovo protocollo sui cambiamenti climatici (Giappone, Tuvalu, Australia, Costarica e USA) e dodici proposte di emendamenti al Protocollo di Kyoto (Repubblica Ceca per conto dell'Unione Europea, Tuvalu (2), Filippine, Nuova Zelanda, Cina (per conto di 37 nazioni tra cui Brasile, India, Indonesia e Pakistan), Colombia, Bielorussia, Australia, Giappone, Bolivia (a nome anche di Malaysia, Paraguay e Venezuela), Papua Nuova Guinea.
Tutte le proposte presentate saranno discusse nella COP 15 di Copenhagen il prossimo dicembre.
I testi sono molto diversi tra loro e generalmente incompleti. Si tratta in buona sostanza di basi per le trattative. In molti documenti le cifre sono lasciate in bianco e si scrive ad esempio "i paesi compreso nell'allegato 1 dovranno ridurre le loro emissioni di gas serra del xx% nrel periodo 2013-20xx". L'Unione Europea ha presentato un testo di 19 pagine che include inter alia la richiesta di inserire l'obbligo di riduzione delle emissioni per i settori del trasporto aereo e del trasporto navale, con obiettivi vincolanti. La quota di riduzione per le nazioni è indicata dalla UE nel 30% entro il 2020 rispetto al 1990, ma ovviamente sono solo cifre indicative. Del resto l'Europa dichiarato di essere disposta ad alzare al 30% gli obiettivi del pacchetto 20+20+20 nel caso si riesca a raggiungere un accordo globale.
Da oggi comincia la fase più complessa e politicamente delicata, mentre Copenhagen si avvicina, come dimostra il conto alla rovescia qui a destra in alto.
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