Il governo inglese ha annunciato le prime quattro Eco-town che saranno realizzate in Gran Bretagna. I quattro siti sono stati scelti da una lista di quindici, molti dei quali ferocemente criticati anche dagli ambientalisti.
L'idea delle eco-town è rivendicata in prima persona da Gordon Brown, che annunciò il progetto ino dei suoi primi discorsi pubblici dopo l'insediamento come primo ministro nel 2007. Secondo Brown le eco-town sono il modo più efficace per rispondere a due esigenze primarie come la crisi degli alloggi e la lotta ai cambiamenti climatici.
Si tratta di nuovi insediamenti residenziali costruiti con criteri di risparmio energetico, efficienza e razionalità in grado di rendere carbon nutreal le comunità. Tutte le case saranno distanti non più di dieci minuti a piedi dalla rete di trasporto pubblico, ci saranno punti di ricarica per le auto elettriche e sistemi di teleriscaldamento. Saranno installati contatori intelligenti per verificare i consumi di energia in tempo reale e la rete idrica prevede il recupero quasi totale delle acque. Inoltre le città saranno composte di una percentuale di edilizia pubblica tra il 30 e il 50%.
Dopo avere operato la scelta dei primi quattro siti, tutti proposti o comunque selezionati in accordo con le autorità locali, ora dovrà iniziare la fase di pianificazione urbanistica. Si prevede di aprire i cantieri nel 2016, realizzando insediamenti da 5.000 a 15.000 unità immobiliari.
L'idea delle eco-town è stata fortemente criticata dall'opposizione conservatrice, che per bocca del ministro ombra alla casa Grant Shapps dichiara che "tutti gli sciaquoni a basso consumo d'acqua del mondo non basterebbero a rendere ambientalmente corretto piazzare dei nuovi insediamenti su terreni ancora vergini". Il punto è proprio questo, la localizzazione degli insediamenti, anche se il governo di Gordon Brown ha ridotto la scelta a quattro siti giudicati non impattanti ecologicamente. La eco-town di Rackheath ad esempio sorgerà sull'area di un vecchio aeroporto in disuso. Gli ambientalisti invece criticano l'impatto che deriverà dalla urbanizzazione e dalla costruzione degli snodi di trasporto, mentre altri sostengono che i siti scelti sono luoghi dove erano state previste senza successo altre operazioni immobiliari tradizionali.
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