Il premier Berisha sostiene di avere vinto 71 dei 140 seggi del parlamento albanese, ma i riconteggi sono ancora in corso e gli osservatori non ne attribuiscono alla coalizione di centro destra più di 70. Il partito socialista di Edi Rama si fermerebbe a 66. Quindi nessuno ha vinto le elezioni in Albania a parte Ilir Meta, che con il suo partito LSI, collocato a sinistra del partito socialista di Rama, ha visto eletti quattro parlamentari.
Berisha, che in campagna elettorale aveva chiamato l'LSI "la metà di una mela marcia" ha chiesto formalmente a Ilir Meta di entrare in maggioranza e far parte del governo. Meta, che da parte sua sotto elezioni giudicava Berisha "un male da estirpare" ci ha pensato un po' e poi ha accettato, aggiungendo che questa è stata "la decisione più sofferta della vita". Meta e l'LSI avevano rotto l'alleanza con i socialisti a gennaio, per protesta contro il voto di Rama per la nuova legge elettorale che penalizza i partiti minori.
Se Berisha non ha vinto con i numeri, Rama ha sicuramente perso, anche perché per eccesso di sicurezza aveva rifiutato una coalizione con l'LSI, probabilmente convinto che Meta non avrebbe superato lo sbarramento del 5%.
Destra e sinistra nei Balcani sono concetti più labili che altrove. “Poteva il Movimento Socialista per l’integrazione - ha detto Meta spiegando la sua decisione - rimanere solo all’opposizione di fronte ad una grande maggioranza composta dal Pd di Berisha e dai socialisti?”
La permanenza al potere di Berisha non dispiace all'Europa e agli USA, che hanno accolto lo scorso aprile l'Albania nella NATO.
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