Alle casse del fondo di solidarietà delle Nazioni Unite mancano 4.8 miliardi di dollari, più della metà della cifra di 9.5 miliardi messa originariamente a bilancio. Lo ha dichiarato il vicesegretario generale e coordinatore del fondo di emergenza dell'ONU John Holmes in una conferenza stampa martedì scorso a Ginevra.
Il problema è che, mentre i fondi disponibili si sono dimezzati, 43 milioni di persone hanno bisogno di assistenza nel 2009, contro i 28 milioni del 2008. Se infatti il 2009 non ha registrato grandi calamità naturali la crisi economica globale ha peggiorato la situazione degli abitanti di paesi già in crisi, come Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Somalia e Sudan. Servono aiuti consistenti anche in Pakistan (due milioni di sfollati dalle offensive dei Talebani), Zimbabwe e Iraq. La situazione sta diventando critica anche in Kenia, con migliaia di rifugiati provenienti dalla Somalia e le scorte di cibo in via di esaurimento.
Tra le persone che giocheranno un ruolo cruciale in questa partita c'è Iva Zanicchi, appena eletta vicepresidente della Commissione Sviluppo dell'Unione Europea, quella che si occupa appunto del sostegno ai paesi poveri. L'Aquila di Ligonchio potrà valutare con competenza se il prezzo degli aiuti è giusto.
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