Festeggio volentieri il quinto anniversario dalla entrata in vigore del protocollo di Kyoto. Le candeline le metterei idealmente sopra il testo della legge di ratifica italiana del trattato. Era il 1 giugno 2002, presidente della repubblica era Ciampi, premier Berlusconi e ministro dell'ambiente Matteoli. Non avrei mai pensato di dover rimpiangere Matteoli, ma il ministro invisibile Prestigiacomo è riuscito a farmi fare anche questo.
Pochi se lo ricordano, forse neanche lo stesso Matteoli, ma fu il governo Berlusconi 2 a ratificare il trattato.
Secondo Edo Ronchi, che nel 1997 era ministro dell'ambiente e firmò il documento a Kyoto, l'Italia alla fine riuscirà a raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 6,5% per il 2012.
I dati forniti da Ronchi e ripresi da Qualenergia dimostrano come la crisi economica e il contributo della diffusione delle fonti rinnovabili abbiano ridotto notevolmente le emissioni italiane dopo il picco del 2005 (573,6 milioni di t). L'obiettivo 2012 di 483.3 Mton non sembra più irraggiungibile, visto che siamo già scesi a poco più di 500. Solo nel 2009 le emissioni sono calate di oltre 36 milioni di tonnellate.
Il merito di questo calo drastico è fondamentalmente della crisi economica, ma anche degli incentivi alla riconversione e all'efficienza energetica, che però scadranno alla fine del 2010 e il governo di destra non ha ancora annunciato di voler prolungare.
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