Oggi sul Corriere della Sera si parla di reti intelligenti di distribuzione di energia o smart grid. Le reti intelligenti permettono di utilizzare al meglio l'energia prodotta, rendendola disponibile ai vari utilizzatori secondo le loro necessità (con un esempio banale, alle attività produttive di giorno e alle utenze domestiche nelle ore notturne).
Le Smart Grid cercano di ovviare alla nostra lacuna tecnologica principale, ovvero l'incapacita di stoccare energia quando la produzione supera il consumo. Oggi l'energia in surplus viene sprecata e la sfida è trasferirla dove serve risparmiando denaro ed emissioni di CO2. Più ampia è la Smart Grid più alta la sua efficienza. I progetti che si stanno sviluppando in Europa ragionano su una rete che vada dal circolo polare artico al Sahara, in grado di raccogliere l'energia prodotta dall'eolico del nord Europa, dal solare a concentrazione africano e da tutto quanto c'è in mezzo.
Le Smart Grid possono ricavare il massimo non solo dalle grandi centrali di produzione energetica ma anche dai piccoli impianti a scala domestica e urbana. I terminali della rete sono contatori intelligenti in grado di valutare i consumi e trasferire in tempo reale l'energia dove serve.
Secondo molti scienziati il modello delle Smart Grid assomiglia molto a internet: reti aperte, flessibili, tecnologicamente in continuo progresso. E le nuove reti rappresenteranno una rivoluzione economica, creando nuovi posti di lavoro e opportunità di sviluppo.
Altro che new cleare.
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