Adoro la Grecia. E mi piace la gente che ci abita. Apprezzo di loro l'approccio spesso amichevole e comunque non diffidente, una semplicità che noi Italiani abbiamo perso, un certo fatalismo e una apertura mentale probabilmente superiore.
Negli ultimi anni sono stato molte volte in Grecia. Da Atene a Patra, da Igoumenitsa a Ghitios, da Volos a Salonicco. E sono rimasto sempre stupito piacevolmente dall'atmosfera, dai ristoranti, bar e negozi affollati, dalla quantità di gente che si incontrava in giro ad ogni ora.
La Grecia degli anni '00 mi ricordava in qualche modo l'euforia della Spagna degli anni '90. Anche allora, guardandoti attorno a Barcellona, a Bilbao, a Siviglia o a Madrid ti chiedevi quanti di quelli che vedevi riempire i bar e le disco alle tre di notte sarebbero andati a lavorare la mattina dopo.
Ad Helsinki, Copenhagen, Francoforte e Ginevra alle dieci di sera sembra che ci sia il coprifuoco, escluso il fine settimana. Un po' anche dalle nostre parti, particolarmente al nord.
Forse certe candele bruciano davvero da ambedue le estremità.
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