"Perché avendo come unica interfaccia l'Unione Europea, le Regioni italiane non si unificano a Bruxelles in un solo ufficio?" ha dichiarato oggi alla stampa il ministro della manovra più iniqua della storia nazionale, tanto sperequata da non essere potabile neppure per Formigone e Polverina.
Arguta deduzione, signor ministro. E perché allora, visto che l'interlocutore comune è il governo degli Stati Uniti, tutti i paesi del mondo non creano una unica ambasciata a Washington?
Il pressapochismo e le contraddizioni di Tremonti sono intollerabili, quasi quanto la sua supponenza. L'ordinamento politico e la struttura della Commissione Europea si basa sulle regioni. Le regioni sono il principale strumento operativo della sussidiarietà comunitaria e l'interlocutore diretto della Commissione Europea per la gestione di gran parte dei fondi strutturali e dei programmi. Tutte le regioni d'Europa hanno una rappresentanza a Bruxelles, spesso molto più consistente di quella delle regioni italiane. La comunità spagnola di Valencia a Bruxelles ha un ufficio con 51 addetti, quello della Regione Marche ha una dipendente.
Mantenere una rappresentanza a Bruxelles è cruciale per garantire una presenza ai tavoli politici, per mettere in pratica le necessarie azioni di lobbying virtuoso, per cercare partnership e convergenze con le altre regioni d'Europa. Naturalmente le esigenze e le opportunità comunitarie sono profondamente diverse tra Friuli e Sardegna, o tra Lombardia e Puglia. Le regioni d'Italia, di qualunque colore politico, devono investire nell'Europa ed essere presenti in prima persona, anche per coprire e rimediare le assenze, le gaffes, le promesse mancate e le incapacità del governo nazionale.
Tremonti dovrebbe essere uno dei promotori e dei garanti del federalismo di destra così caro alla Lega. Il federalismo non può esistere senza che le regioni possano avere una interlocuzione diretta con l'Europa.
Piuttosto che degli uffici di Bruxelles delle regioni d'Italia l'occhiuto Valtellinese potrebbe occuparsi delle nostre missioni diplomatiche al'estero, brulicanti di imboscati con stipendi annuali a sei cifre. O magari rivolgere le sue attenzioni a carrozzoni costosi e arcaici come l'ICE, dove il potentissimo Umberto Vattani, ex ambasciatore a Bruxelles, ex segretario generale della Farnesina, impera incontrastato.
Antipatico come un capoclasse, Tremonti è un uomo incompetente, arrogante e dannoso per il paese.