mercoledì 29 settembre 2010

Sul clima Barack non torna indietro

Nel nuovo numero di Rolling Stone il direttore Jann Wenner conduce una lunga intervista con Barack Obama realizzata il 17 settembre nell'ufficio ovale della Casa Bianca. Barack affronta tutti i temi scottanti dei suoi primi due anni da presidente, dalla guerra in Irak al disastro ecologico della BP nel golfo del Messico.
A un certo punto Wenner gli chiede: James Hansen, lo scienziato della NASA considerato la voce più autorevole sul tema del riscaldamento globale, sostiene che il cambiamento climatico è la principale questione morale del XXI secolo, paragonabile alla schiavitù affrontata da Lincoln o all'opposizione al Nazismo di Churchill. E' d'accordo? La risposta di Barack è lunga e cercherò di sintetizzarla. Dice Obama: "Il cambiamento climatico ha la potenzialità di produrre effetti devastanti per tutte le popolazioni del mondo e dobbiamo affrontarlo. Nei due anni passati abbiamo fatto meno di quanto speravo. In temi come questo è molto difficile fare progressi nel mezzo di una crisi economica, perché la tendenza è quella di dire "Sì sarà anche un problema importante, ma adesso la cosa principale è che la disoccupazione è al 10%".
"Per il prossimo anno una delle mie priorità principali sarà una politica energetica che riduca la nostra dipendenza dai combustibili fossili. Magari la faremo per stralci, invece che con un unico provvedimento legislativo. Ma insisteremo perché è un bene per la nostra economia, per la sicurezza nazionale e per l'ambiente".
Obama riferisce poi che quando parla di queste cose con il segretario per l'energia Steven Chu questi gli dice che "il risultato può essere ottenuto per un terzo con una migliore efficienza e l'uso delle attuali tecnologie, per un'altra porzione con una carbon tax ma che sono indispensabili nuove tecnologie. Ecco perché è importante investire nella ricerca e nello sviluppo di energie pulite". E conclude: "Sono soddisfatto di quanto siamo riusciti a fare fino adesso? Assolutamente no".

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