Le considerazioni su Cancun dipendono dai punti di vista, in Messico come in Italia. Oggi la stampa nazionale pubblica due interventi interessanti e speculari, che illustrazione i due fronti di opinione. Il popolo degli scettici è efficacemente rappresentato da Chicco Testa, ex ambientalista d'assalto che oggi colleziona poltrone nei CdA e diffonde con entusiasmo il verbo dell'energia atomica. Su il Riformista, testata che da sempre sposa una linea filonucleare e climascettica, l'articolo di Testa descrive con malcelata soddisfazione come Cancun sia mediaticamente molto meno seguita di Copenhagen 2009 (vero) citando come esempio che neppure Repubblica gli dedica un articolo (falso, ne hanno scritto Antonio Cianciullo e Federico Rampini). Poi Testa di Chicco segnala come elemento denigratorio il fatto che i leader mondiali non saranno a Cancun (mai stati nelle COP precedenti, a parte Copenhagen 2009) e si lancia in una improbabile disquisizione sulla malaugurata prevalenza della emotività rispetto alla necessaria supremazia della prassi economico/finanziaria. Deve essere colpa dei troppi CdA.
Il giornale capitalista per eccellenza invece ospita un contributo della commissaria europea al cambiamento climatico Connie Hedegaard che, con altrettanto realismo ma stavolta improntato all'ottimismo, spiega come Cancun può rivelarsi un appuntamento fondamentale verso un intesa vincolante globale. A proposito della commissaria Hedegaard: un paio di giorni fa aveva ricordato, lo riferisce La Stampa, che l'Europa aveva promesso una somma di aiuti per la lotta ai cambiamenti climatici. A oggi la somma raccolta è molto inferiore a quanto previsto e pattuito. Tra le mancate entrate figurano i 200 milioni di Euro che l'Italia si era impegnata a versare. Commentando nel merito il ministro Tremonti un paio di settimane fa aveva dichiarato che "L'impegno è confermato, stiamo facendo dei calcoli, non è materia politica". Per ora però dall'Italia non si è visto nulla.
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