Come scrivevo ieri, molti ministri sono già arrivati a Cancun. La ministra messicana presidente della COP Patricia Espinosa li ha invitati sabato a cena e riconvocati domenica per una riunione informale. Cosa ha detto loro Espinosa? Per evitare speculazioni l'UNFCCC ha diffuso una nota con la dichiarazione ufficiale di Patricia Espinosa.
"Nessuna conferenza internazionale può concludersi con successo se non c'è fiducia tra i partecipanti e nei confronti delle procedure" è scritto nel testo. "Crediamo che, dopo il tanto lavoro svolto, le condizioni attuali posso - anzi devono - permetterci di raggiungere un accordo. E questo grazie ad un impegno comune per il coinvolgimento e la trasparenza, principi che la presidenza messicana intende continuare ad onorare".
Primo commento: è chiara la presa di distanza dalla rottura di ogni protocollo avvenuta lo scorso anno a Copenhagen, anche con il benestare della presidenza danese. Espinosa prosegue con altre rassicurazioni. Giura di non avere passato documenti segreti ai ministri. Rassicura sul fatto che non saranno i ministri a decidere, ma ribadisce che il loro contributo può essere decisivo. Aggiunge di avere dato ai ministri settori specifici di intervento, dividendoli in coppie composte da un paese inserito nel trattato di Kyoto e uno emergente. Gli accoppiamenti sono Svezia-Grenada, Spagna-Algeria, Australia-Banglades, Nuova Zelanda-Indonesia, Gran Bretagna-Brasile. Agli ultimi due spetta il compito più difficile, quello di occuparsi del futuro del protocollo di Kyoto. Espinosa cita altri ministri che possono contribuire: Singapore, Norvegia, Svizzera, Ecuador. L'Italia non è stata nominata.
"Come ho già detto ieri non ci saranno processi ministeriali paralleli o secondari, nessuna separazione selettiva sui singolo temi, nessuna duplicazione dei negoziati. La presidenza messicana è disponibile per facilitare la comunicazione tra i ministri attraverso un dialogo costante tra tutti, con la presidenza, con i gruppi e con le singole delegazioni". Secondo commento: questa è una ulteriore presa di distanza dalle modalità di Copenhagen 2009.
Per ora sono solo novità procedurali, ma qualcosa si muove e comunque non si respira l'aria di resa anticipata che qualcuno adombrava. Ed è arrivata inaspettata anche una dichiarazione del capo delegazione cinese Su Wei che auspica "risultati positivi" e aggiunge che "fintanto che i paesi confermano la loro volontà politica la Cina crede che i negoziati alla fine raggiungeranno risultati positivi e importanti". Su Wei dice poi che è necessario cercare un compromesso per "i piccoli problemi" ma che "non c'è spazio per compromessi sui principi fondamentali". L'allusione è ovviamente al prolungamento del protocollo di Kyoto.
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