"Chiedo al cosiddetto primo ministro di non portare la nostra società e il nostro paese un un vicolo cieco" ha detto il sindaco di Tirana e leader dell'opposizione albanese Edi Rama. Ieri tre persone sono morte per colpi di armi da fuoco nel corso della più imponente manifestazione di protesta dal 1998. La manifestazione era organizzata dal partito socialista, di cui Rama è leader, che non ha mai accettato l'esito delle elezioni del 2009 che hanno confermato Sali Berisha primo ministro. "L'Albania non è in uno stato di emergenza e non passerà ad uno stato di emergenza, ma la violenza non sarà tollerata" ha detto il premier Berisha, mentre Rama accusava apertamente il ministro dell'interno Lulzim Basha e lo stesso Berisha per l'uccisione dei dimostranti.
Le proteste contro Berisha e il suo governo hanno ripreso vigore dopo le dimissioni del vicepremier e ministro dell'economia Ilir Meta. Meta si è dimesso il 14 gennaio dopo la diffusione di un video in cui raccomandava al suo predecessore ministro dell'economia Dritan Prifti di assegnare l'appalto pubblico di una centrale idroelettrica a un suo amico. Per la cronaca Meta aveva sostituito Prifti lo scorso settembre dopo che lo stesso Prifti si era dimesso per accuse di corruzione.
Ilir Meta è il leader del Movimento Socialista per l’Integrazione, un piccolo partito di sinistra che, dopo le contestate elezioni del giugno 2009 concluse con un sostanziale pareggio tra Berisha e Rama, si alleò con Berisha garantendogli con i suoi tre seggi una esile maggioranza.
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