giovedì 27 gennaio 2011

Non sparate a quei lupi

Il commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik aveva annunciato che avrebbe portato sul tavolo della Commissione di Bruxelles la riapertura della caccia al lupo in Svezia, e lo ha fatto.
La Svezia ha deciso di contenere la popolazione dei lupi, fissandone il numero totale in 210 esemplari divisi in 20 branchi. Lo scorso anno fu permesso l'abbattimento di 27 capi, per la prima volta dal 1964. Quest'anno i 6747 cacciatori svedesi autorizzati avevano il permesso di uccidere venti lupi tra il 15 gennaio e il 15 febbraio.
I lupi in Svezia erano virtualmente estinti e alcuni esemplari furono reintrodotti nel 1990. Le stime oggi parlano di circa 250 lupi nelle regioni settentrionali del paese e gli allevatori lamentano attacchi ai greggi di pecore e renne. Ma i più tenaci sostenitori dell'abbattimento dei lupi sono i cacciatori di alci, preoccupati perché i lupi uccidono i loro cani. La caccia all'alce (in Svezia ce ne sono 400.000) è molto praticata e i cacciatori di alci sono il 6% della popolazione svedese ma rappresentano una lobby potentissima. Nel corso della campagna per le elezioni 2010 gli attuali primo ministro e ministro delle finanze avevano promesso l'apertura della caccia al lupo anche nel 2011.
La decisione non è stata presa bene a Bruxelles, dove la Svezia è accusata di infrazione della direttiva Habitats 92/43 che include il lupo tra le specie protette. Ieri Bruxelles ha formalmente notificato al governo Svedese l'avvio della procedura di infrazione. Ora Stoccolma ha due mesi di tempo per fornire le proprie controdeduzioni. Se queste non saranno ritenute soddisfacenti il caso andrà alla Corte Europea.

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