In uno dei miei gruppi di Linkedin si sta sviluppando una discussione interessante avviata da una intervista di Antonio Borghi, coordinatore del gruppo di lavoro sulle tematiche urbane del Consiglio degli Architetti d'Europa (ACE/CAE).
Il tema in discussione è la profonda crisi dell'edilizia e del mercato immobiliare in Europa e le proposte per una ripresa. Borghi racconta come in California i prezzi delle case siano diminuiti del 35% negli ultimi due anni, mentre in Europa le variazioni sono state meno di un decimo. Nel vecchio continente la "bolla immobiliare" non si sgonfia, ma la stagnazione ha colpito duramente imprese, lavoratori e progettisti.
Perché i prezzi delle case non scendono e non seguono la regola economica fondamentale della domanda-offerta? "Le nostre città sono affollate di edifici vuoti che nessuno si può permettere" dice Borghi. Colpa dei profitti immobiliari troppo alti accumulati nel passato, che permettono alle imprese e agli speculatori di non avere fretta. E del sistema del credito. Con il mercato in stagnazione e spazi costruiti vuoti le città sono paralizzate. Cosa pianificare, quali previsioni e progetti proporre se nessuno acquista e "vive" il già costruito?
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