Il 2 febbraio il consiglio comunale di New York City ha approvato (36 voti a favore, 12 contrari) il divieto di fumare in tutte le aree pubbliche della municipalità. Il divieto riguarda le piazze come Times Square o Union Square ma anche i 1700 parchi municipali, compresi i 3.4 Kmq di Central Park, e i 20 Km di spiaggie. Si potrà fumare ancora sui marciapiedi pubblici e attraversando la strada, finita lì. La multa per i trasgressori è stata fissata in 50 dollari. Il sindaco Bloomberg ha 20 giorni di tempo per ratificare l'ordinanza, ed ecco perché ne scrivo oggi. Anche se Bloomberg ha già dichiarato che firmerà il provvedimento. L'ordinanza diventerà efficace 90 giorni dopo la firma del sindaco, quindi il 22 maggio prossimo.
"Stiamo trasformandoci in una società totalitaria" ha dichiarato all'approvazione del provvedimento il consigliere Robert Jackson, che si qualifica come "maratoneta e non fumatore". I commenti al bando totale del fumo negli spazi pubblici all'aperto sono contrastanti.
Uno studio del 2009 ha dimostrato che il 56.7% dei non fumatori di New York ha nel sangue livelli elevati di metaboliti della nicotina, contro un tasso nazionale del 45%. Secondo l'ufficio di igiene comunale ad un metro di distanza l'esposizione al fumo passivo è la stessa in ambienti chiusi e all'aperto. New York segue altre città americane che hanno già adottato provvedimenti simili, come Los Angeles. Ma nessuna ha spazi pubblici delle dimensioni di Central Park.
Il rispetto dell'ordinanza non sarà garantito dal controllo della polizia municipale, che secondo il sindaco "ha già molto da fare". Piuttosto Bloomberg confida nella vigilanza degli stessi cittadini, che in larga maggioranza approvano la decisione.
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