I controlli effettuati dall'agenzia nucleare giapponese hanno riscontrato tracce di plutonio nel terreno in due localizzazioni nel perimetro della centrale di Fukushima. TEPCO e il governo hanno subito rimarcato come le densità siano basse e non rappresentino un pericolo per la salute.
La notizia comunque peggiora ulteriormente il quadro della situazione, già molto grave. Il plutonio infatti era presente al momento dell'incidente solo nel reattore 3, l'unico ad utilizzare un combustibile chiamato Mixed Oxide Fuel (MOX) e costituito da plutonio e uranio. Le fonti ufficiali finora avevano confermato l'integrità del reattore 3. Le perdite di acqua radioattiva di questi ultimi giorni erano state imputate alla parziale fusione del nocciolo del reattore 2, ma la presenza di plutonio nel terreno significa invece che anche il reattore 3 è stato danneggiato.
Il plutonio è il simbolo dell'eternità del danno radioattivo: per dimezzare le sue radiazioni impiega 24mila anni. In pratica, una volta disperso, resta per sempre.
Altri dati diffusi oggi confermano la presenza di oltre 1000 millisievert nell'acqua di tubature esterne agli edifici, contraddicendo le assicurazioni fornite stamattina dal portavoce del governo Edano, che garantiva che l'acqua altamente radioattiva era circoscritta all'interno dei reattori. L'esposizione a 1000 millisievert provoca emorragie, per dire.
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