Sul ritorno al nucleare in Italia non ci sono ripensamenti, ha detto ieri il ministro Romani. Sbagliato e irresponsabile prendere decisioni sulla spinta emozionale, chiosa il ministro invisibile dell'ambiente Prestigiacomo. Ieri erano ambedue a Bruxelles per una riunione convocata d'urgenza dal commissario europeo all'energia Günther Oettinger. "Sciacallaggio politico a fini domestici" e "macabra speculazione" sono tra le parole pronunciate da Presty contro i detrattori del nucleare.
Nel frattempo però a Roma si riuniva la commissione ambiente e attività produttive della camera per esaminare il decreto legislativo 31 sul programma nucleare italiano. Il governo era rappresentato dal sottosegretario Stefano Saglia che pare abbia detto: "Non si potranno realizzare le centrali nucleari nelle regioni che si esprimeranno negativamente sulla localizzazione degli impianti nel loro territorio [...]. Il programma energetico nucleare non potrà essere realizzato in assenza di una totale condivisione delle comunità territoriali coinvolte".
Ad oggi l'unica regione che si è dichiarato apertamente disponibile asd ospitare nuovi impianti nucleari è il Piemonte, per bocca del presidente leghista Cota. Qualche apertura, smentita però da altre affermazioni, dalla Lombardia di Formigoni. Tutte le altre regioni, indipendentemete da chi le governa, non ne vogliono sapere.
Poveri Piemontesi.
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