La settimana di climate talks ONU di Bangkok si è conclusa senza memorabili progressi. Le 178 delegazioni nazionali che hanno partecipato non si sono spostate in modo determinante dalle posizioni di Cancun. Al centro resta la questione fondamentale del protocollo di Kyoto, che scade il prossimo anno. I paesi in via di sviluppo, a partire da Cina e India, ne chiedono il prolungamento, con un secondo periodo di impegni dei paesi sviluppati per la riduzione delle emissioni di CO2. Ma Russia, Canada e Giappone non vogliono sentire parlare di una Kyoto 2, così come gli Stati Uniti che il protocollo non lo hanno mai sottoscritto. L'Uninoe Europea ha dichiarato la sua disponibilità ad una estensione di Kyoto, ma solo se condivisa con gli altri paesi sviluppati.
Il quadro ancora piuttosto confuso non ha impedito alla segretaria UNFCCC Cristiana Figueres di concludere i lavori con una dichiarazione ottimista in cui sottolinea come "nessun paese è fondamentalmente contrario ad un estensione di Kyoto. Se poi intende o meno farne parte è un'altra questione, ma comunque nessuno si oppone". Sarà. Ne riparleranno tra due mesi a Bonn.
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