I reattori della centrale di Fukushima sono ancora impraticabili per gli umani, cosi la TEPCO ha mandato in avanscoperta due robot cingolati chiamati Packbot. L'esito della missione non è incoraggiante.
I robottini sono stati donati dalla iRobot, l'azienda che li costruisce e che produce anche gli aspirapolvere automatici Roomba. Il New York Times ha scritto che in Giappone stanno usando "il cugino di Roomba".
Domenica i robot hanno esplorato i reattori 1 e 3, registrando rispettivamente 49 e 57 millisievert l'ora. Il governo giapponese dopo l'incidente di Fukushima ha elevato il limite massimo di esposizione per i lavoratori delle centrali a 250 millisievert l'anno, ma anche questo tetto non permetterebbe ai tecnici più di cinque ore di permanenza (negli Stati Uniti il limite massimo ammesso è di solo 50 millisievert). Secondo i medici una esposizione di 1000 millisievert, cioè un sievert, induce già nausea e vomito.
Ieri l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare NISA ha ammesso la "parziale fusione" del combustibile nucleare nei reattori 1, 2 e 3, che peraltro tutti davano per scontata viste le emissioni radioattive e l'esplosione al reattore 1. Il portavoce del governo Edano oggi ha detto che una catastrofica fusione totale potrà essere evitata continuando le operazioni di raffreddamento dei reattori. Cioè continuando a pompare milioni di litri di acqua al giorno, che però impedisce il ripristino degli impianti e della rete elettrica all'interno degli edifici dei reattori.
Secondo i calcoli ci sono quasi 70 milioni di litri di acqua fortemente radioattiva negli edifici e nei sotterranei e occorre rimuoverla in fretta per evitare che finisca in mare. Oggi TEPCO ha iniziato le operazioni dal reattore 2, e conta di trasferire 480 tonnellate ogni giorno fino alla vasca di contenimento collocata vicino al reattore 4. In pratica ci vorrà un mese per spostare dieci mila tonnellate, o dieci milioni di litri. Ma nel frattempo l'acqua continua ad essere pompata sui reattori per raffreddarli, e a sua volta diventa radioattiva. Una spirale senza fine.
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