Oggi su Repubblica il presidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica Federico Oliva spiega perché nella ricostruzione de L'Aquila si siano fatte scelte sbagliate e danni ormai irreparabili. Anzi "definitivi", come dice Oliva.
L'opinione di Oliva non è una novità. La aveva già espressa nel 2009, quando Berlù cominciò a parlare di New Town, e ribadita nel 2010 a Urban Promo, quando il presidente INU parlò di localizzazioni "scelte frettolosamente e assecondando un calcolo politico, non un disegno strategico". Si riferiva alle 19 New Town costruite in aree agricole nei dintorni de L'Aquila per ospitare 21mila persone.
Da La Stampa del 28 ottobre 2010: "Il rischio è che quando la ricostruzione sarà finita, il centro storico sarà privo di negozi e residenti, tutti definitivamente emigrati nelle nuove periferie. E le new town, polverizzate sul territorio lungo un asse di 14 chilometri, diventeranno ghetti per marginalità sociali. Inoltre L`Aquila, così atomizzata, da città dei parchi si trasformerà nella più motorizzata d`Italia, un luna park di mobilità impazzita, perché per ogni cosa bisogna prendere l`auto".
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