Berlusconi ieri ha ammesso che la moratoria nucleare decisa dal governo è un espediente per evitare il referendum. Qualcuno aveva dei dubbi in proposito? Ogni azione di questo governo è guidata dalla ricerca del consenso o, come in questo caso, dal timore di perderlo. Con la sola esclusione delle proprie questioni con la giustizia e i processi Berlù ragiona e amministra il paese come se il programma di governo fosse un palinsesto TV e il consenso popolare l'Auditel.
"La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare" ha confermato candidamente il premier. Inutile fare considerazioni di etica o estetica, Berlusconi ha il pallone e decide lui se giocare o meno, come ha detto Massimo Riva ieri sera a Ballarò.
Berlù teme che lo spettro del nucleare trascini il popolo ai seggi anche in una assolata domenica di metà giugno, con le scuole già chiuse e le spiagge affollate. E raggiungere il quorum, come non succede dal secolo scorso, vorrebbe dire rischiare grosso anche sul legittimo impedimento. Quella del governo è una scelta strumentale e vigliacca, certo. Ma legittima. L'importante è non dimenticarla se e quando l'argomento tornerà nell'agenda del governo. Ma io credo che questo non accadrà più. Tra due anni saremo in piena campagna elettorale per le politiche, nessuno a destra vorrà rispolverare il nucleare. E per eliminarlo per sempre, come ha deciso di fare la Germania smantellando tutte le centrali entro dieci anni, basterà fare in modo che il prossimo parlamento non abbia una maggioranza che sostenga un anziano premier schiavo dei sondaggi e del gradimento.
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