martedì 10 maggio 2011

Chiavette (quasi) sostenibili

Chi è abbastanza anziano ricorderà i floppy disk da cinque pollici, una specie di nastri da musicassette stirati in formato pizza. Poi quelli da tre pollici e mezzo carrozzati in plastica dura, capacità 1.44 mega. Poi i CD da 700 mega e i DVD-ROM da 4.7 giga, che sembravano un'enormità.
Un giorno arrivarono le memorie flash e tutti questi oggetti ingombranti, inclusi i loro lettori, furono spazzati via. Le prime chiavette erano da 128 o 256 mega e ci voleva un driver per installarle. Oggi gli attrezzi dialogano senza problemi con le macchine e l'entry level è 8 giga, al di sotto restano solo i gadget.
Le memorie flash, che noi Italiani chiamiamo chiavette, sono fisicamente grandi meno di una SIM card telefonica, e poco più spesse. Probabilmente potrebbero essere anche più sottili, ma ormai le prese USB hanno quello spessore quindi lo standard è fissato. Al di la di questo rettangolino il resto è solo carrozzeria, manico, orpelli.
Trovo quindi sensata l'interpretazione dello studio di design russo Lebedev, che ha progettato delle memorie flash in cartone, senza tanti fronzoli. Prodotte in serie, tipo le supposte. Da staccare alla bisogna. C'è anche uno spazio per scrivere quello che c'è dentro (anche se potrebbe non bastare, visto che una chiavetta da 16 Giga accoglie comodamente quattro film interi più varie altre cose).
L'idea della chiavetta usa-e-getta potrà non piacere ai puristi del riciclo, ma obbiettivamente la dimensione del rifiuto indifferenziato non supera quella di una penna biro o di una lama di rasoio. Per non parlare dei CD/DVD di cui non esiste neppure un programma di riciclo, visto che il policarbonato non può essere assimilato alla plastica.

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