mercoledì 27 luglio 2011

Stavolta non ci salverà il referendum

Dopo il voto conservatore del parlamento su due temi centrali come il testamento biologico e l'omofobia qualcuno potrebbe pensare di utilizzare i referendum per riportare l'Italia tra le democrazie laiche e progressiste, dove i diritti civili e le scelte individuali vengono rispettati.
L'esito del recente referendum sul nucleare ha dimostrato come gli Italiani siano molto sensibili ai temi di attualità, al punto di recarsi in massa ai seggi in tempi di profonda e generalizzata disaffezione alla politica. I sondaggi poi indicano come una larga maggioranza del paese, vicina all'80%, sostenga i temi dei diritti civili e delle scelte di cura. Molto probabile insomma che due referendum su testamento biologico e omofobia possano spazzare via il voto bigotto della destra e dei teocon.
Ma stavolta il referendum non ci salverà. Almeno non prima del 2015, se non ci saranno eventi imprevisti. La legge che disciplina i referendum stabilisce infatti che le firme, una volta raccolte, debbano essere depositate entro il 30 settembre perché il referendum si possa svolgere la primavera successiva. Quindi per quest'anno nulla da fare ormai. E le norme aggiungono che le firme e le richieste di referendum non possono essere depositate nei dodici mesi precedenti e nei sei mesi seguenti le elezioni politiche, che sono in programma nel 2013. Quindi niente deposito nel 2012 ma neppure nel 2013, perché il termine dei sei mesi post elezioni va oltre il 30 settembre, visto che di regola si vota tra aprile e giugno.
Insomma, la prima data utile per depositare le firme sarebbe il 2014, per indire referendum nel 2015. L'unica variabile sarebbero elezioni politiche anticipate, sulle quali sono in pochi a scommettere.

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