Il Giappone ha ribadito anche all'ultimo round di negoziati sul clima di Panama che non intende sottoscrivere un prolungamento del protocollo di Kyoto, perché pretende impegni da parte di tutti i grandi paesi industriali, a cominciare da USA e Cina. Ma Tokyo non ha rinunciato ai propri obiettivi di riduzione delle emissioni, malgrado il paese sia in ginocchio dopo la catastrofe dello scorso marzo e la dismissione di molte centrali nucleari, a cominciare dai sei reattori di Fukushima, crei seri problemi al bilancio energetico del paese.
Nel 2009 il governo giapponese, guidato allora da Yukio Hatoyama, aveva annunciato la volontà di ridurre le emissioni di CO2 del 25% entro il 2020. Qualche giorno fa Goshi Hosono (foto), ministro dell'ambiente del nuovo gabinetto presieduto da Yoshihiko Noda, ha ribadito la volontà del nuovo governo di mantenere l'obiettivo, malgrado le pressioni del mondo imprenditoriale. Il ministro ha confermato la riduzione del 25% proprio in occasione di un incontro con Hiromasa Yonekura, presidente degli industriali del Giappone.
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