sabato 21 gennaio 2012

Croazia in Europa, senza festeggiare

Domani in Croazia si vota il referendum per l'adesione del paese all'Unione Europea. Secondo i sondaggi vinceranno i Sì, ma non sarà un trionfo. Da settimane nel paese c'è una martellante campagna a favore e per il sì si sono espressi Kukuriku, l'attuale maggioranza di centrosinistra al governo da novembre scorso, e il centrodestra, che ha guidato a lungo il paese durante le estenuanti negoziazioni con Bruxelles. I No dovrebbero arrivare dai partiti nazionalisti di destra e dall'estrema sinistra, oltre a molti non schierati. Si prevede una partecipazione al voto piuttosto bassa, attorno al 60%. Il referendum in ogni caso non necessita di un quorum e sarebbe valido anche se la maggioranza degli elettori decidesse di astenersi.
Di questi tempi l'Europa non gode certo di grande salute e i giorni in cui i nuovi membri UE salutavano festosamente l'ingresso nell'Unione sono lontani. In Croazia la vigilia elettorale non è particolarmente allegra. L'economia del paese, basata in larga parte sul turismo, da tre anni è in stagnazione. Per il 2012 si prevede un PIL in calo dello 0.2%, contro il +0.4% dello scorso anno. La disoccupazione è al 18%.
Se l'esito del referendum sarà positivo il trattato di adesione di Zagabria dovra essere successivamente ratificato da ciascuno dei 27 paesi UE. Superato anche questo passaggio la Croazia dovrebbe entrare ufficilamente nell'Unione Europea il 1 luglio 2013.

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