Lunedì scorso è iniziata alle Nazioni Unite di New York la sessione di negoziati informal-informal in cui i delegati dei paesi membri e i rappresentanti della società civile discutono il testo della Zero Draft, la prima bozza del documento finale che dovra essere approvato a Rio+20.
I negoziati non sono una formalità. Si parte dal testo originale della Zero Draft, 17 pagine di testo diviso in 128 paragrafi. Il primo problema è che, secondo voci di corridoio, aggiungendo gli emendamenti già presentati il testo è diventato dieci volte più lungo dell'originale e dovrà necessariamente essere sfrondato. Il secondo è squisitamernte politico e riguarda il contenuto. Ieri ad esempio la Cina ha chiesto di eliminare i riferimenti alla Dichiarazione Universale sui Diritti Umani, prontamente stoppata dall'Unione Europea. Insomma, si discute anche dei fondamentali. Dieci anni fa, a Johannesburg 2002, la Cina aveva preteso di eliminare ogni citazione della parola democrazia.
La prima certezza è il titolo. Malgrado l'obiezione di alcune delegazioni, tra le quali quella del Giappone, il documento manterrà il titolo The Future We Want.
I negoziati non sono una formalità. Si parte dal testo originale della Zero Draft, 17 pagine di testo diviso in 128 paragrafi. Il primo problema è che, secondo voci di corridoio, aggiungendo gli emendamenti già presentati il testo è diventato dieci volte più lungo dell'originale e dovrà necessariamente essere sfrondato. Il secondo è squisitamernte politico e riguarda il contenuto. Ieri ad esempio la Cina ha chiesto di eliminare i riferimenti alla Dichiarazione Universale sui Diritti Umani, prontamente stoppata dall'Unione Europea. Insomma, si discute anche dei fondamentali. Dieci anni fa, a Johannesburg 2002, la Cina aveva preteso di eliminare ogni citazione della parola democrazia.
La prima certezza è il titolo. Malgrado l'obiezione di alcune delegazioni, tra le quali quella del Giappone, il documento manterrà il titolo The Future We Want.
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