lunedì 2 aprile 2012

Quando Clini tifava per il nucleare

Il ministro Passera e il presidente ENEL Colombo si lanciano in spericolate dichiarazioni sul costo delle bollette, sostenendo che l'alto prezzo pagato sarebbe colpa degli incentivi alle energie rinnovabili, che in realtà in bolletta influiscono per il 10%. Il ministro dell'ambiente Clini risponde subito e, per fortuna, difende  il ruolo del fotovoltaico, dell'eolico e delle altre fonti rinnovabili in Italia. Le posizioni di Clini sono apprezzate in tutte le repliche provenienti dal mondo ambientalista.
In una intervista rilasciata ad Antonio Cianciullo e pubblicata ieri su Repubblica il ministro dell'ambiente dice tra l'altro che "Il mercato è saturo e non oso pensare a cosa sarebbe successo se fosse andato in porto il progetto di costruire centrali nucleari per aggiungere un altro 25 per cento di produzione elettrica".
Dichiarazioni scontate? Non proprio. Clini, che prima di diventare ministro è stato per venti anni direttore del ministero dell'ambiente, nel pieno del deliro nucleare di Prestigiacomo, Scajola & Co. era perfettamente allineato con la strategia atomica del governo della destra. La rete non perdona e non dimentica e sul web è ancora disponibile una presentazione dell'allora direttore Clini dal titolo Verso la Strategia Nucleare dell'Italia - Produzione di energia elettrica da centrali nucleari: gli aspetti ambientasli e l'esperienza francese. Era il 22 settembre 2010, solo un anno e mezzo fa, e Clini nel suo intervento sosteneva tra l'altro che "il nucleare è una questione urgente e strategica per l'Europa" (...), "contribuisce in modo significativo alla sicurezza energetica dell'Europa" (...) e che "la ripresa del nucleare in Italia può dare una scossa a tutta l'Europa" (cfr. slide n. 4).
Poi, per fortuna, quando si diventa ministri ci si chiarisce le idee. Almeno cosi sembra.


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