Secondo l'accordo sottoscritto da ANCI e CONAI dal 1 maggio i piatti e bicchieri di plastica potrebbero essere riciclati. Fino ad oggi i manuali della raccolta differenziata davano l'indicazione di gettarli nell'indifferenziato, come tutti gli oggetti in plastica che non sono imballaggi. Invece adesso piatti e bicchieri sono stati "promossi" a semi-imballaggi e quindi assimilati a bottiglie, contenitori e pellicole. La classificazione non vale però per le altre stoviglie monouso come le posate di plastica, che dovranno continuare ad essere trattate come rifiuti indifferenziati alla pari di penne, mollette da capelli e da bucato, giocattoli e tutti gli altri oggetti in plastica. Tecnicamente potrebbero essere riclicati anche loro, ma i produttori non pagano i contributi per il recupero e il trattamento.
L'ingresso di piatti e bicchieri di plastica nel riciclo è una buona notizia per i comuni, che potranno ricevere il contributo dei produttori. Le aziende dei rifiuti sembrano invece confuse. Come riferisce Eco dalle Città a Milano AMSA invita i cittadini a riciclare le stoviglie, mentre a Torino si è scelto di mantenere l'indicazione di gettarli nell'indifferenziato. Alcuni comuni hanno avviato campagne di informazione, altri restano in silenzio. Le ragioni degli scettici sono legate principalmente alla qualità del rifiuto: si teme che i piatti vengano conferiti con troppi residui alimentari. In realtà COREPLA chiarisce che non c'è bisogno di lavarli, basta che i residui non superino il peso delle stoviglie per garantire una qualità sufficiente per il processo di riciclo. Insomma, basta svuotarli nel sacchetto dell'organico prima di metterli in quello della plastica.
L'ingresso di piatti e bicchieri di plastica nel riciclo è una buona notizia per i comuni, che potranno ricevere il contributo dei produttori. Le aziende dei rifiuti sembrano invece confuse. Come riferisce Eco dalle Città a Milano AMSA invita i cittadini a riciclare le stoviglie, mentre a Torino si è scelto di mantenere l'indicazione di gettarli nell'indifferenziato. Alcuni comuni hanno avviato campagne di informazione, altri restano in silenzio. Le ragioni degli scettici sono legate principalmente alla qualità del rifiuto: si teme che i piatti vengano conferiti con troppi residui alimentari. In realtà COREPLA chiarisce che non c'è bisogno di lavarli, basta che i residui non superino il peso delle stoviglie per garantire una qualità sufficiente per il processo di riciclo. Insomma, basta svuotarli nel sacchetto dell'organico prima di metterli in quello della plastica.
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