Al quartier generale delle Nazioni Unite di New York continuano i negoziati sul testo dei documenti del Summit di Rio+20. Un lavoro paziente in cui si cerca di sfrondare una bozza che supera le cento pagine e che non potrà essere presentata con queste dimensioni ai decisori politici. Si avanza lentamente, paragrafo per paragrafo. E non è un'operazione semplice. Ad esempio ieri sul tema dello sviluppo sostenibile delle città la delegazione dell'Unione Europea ha chiesto l'inclusione di una citazione sulla necessità di stili di vita sostenibili, che ha avuto l'obiezione degli Stati Uniti. Sempre la UE ha proposto un paragrafo per richiamare la necessità della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio storico-culturale, compresa la riqualificazione dei centri storici. Stavolta ad opporsi sono stati la Cina e i paesi emergenti.
Resta centrale anche la questione della sussidiarietà e della partecipazione. Quando l'Unione Europea ha chiesto di sostituire "governi nazionali" con "tutti i livelli di governo" la Cina si è fermamente opposta.
Questa sessione di negoziati informal informal si concluderà domani. Il testo che sarà licenziato domani notte sarà ancora pieno di frasi tra parentesi quadre (brackets) che in diplomazia signicano che non c'è accordo sulla formulazione. Tutto rinviato a Rio, quando mancano oggi 48 giorni all'avvio del Summit.
Resta centrale anche la questione della sussidiarietà e della partecipazione. Quando l'Unione Europea ha chiesto di sostituire "governi nazionali" con "tutti i livelli di governo" la Cina si è fermamente opposta.
Questa sessione di negoziati informal informal si concluderà domani. Il testo che sarà licenziato domani notte sarà ancora pieno di frasi tra parentesi quadre (brackets) che in diplomazia signicano che non c'è accordo sulla formulazione. Tutto rinviato a Rio, quando mancano oggi 48 giorni all'avvio del Summit.
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