martedì 19 giugno 2012

Il documento di Rio, reazioni

Il documento presentato oggi dalla presidenza brasiliana come bozza di risoluzione finale del Summit delle Nazioni Unite di Rio+20 non ha suscitato ovazioni, anzi. Il direttore esecutivo di Greenpeace Kumi Naidoo (foto) lo ha liquidato come "minimo comune denominatore", aggiungendo che la sua organizzazione si opporrà con azioni di disobbedienza civile..
Il testo non è certo rivoluzionario, tanto che il direttore generale del WWF Jim Leape lo ha definito "un fallimento colossale". Il Brasile ha lavorato per produrre un accordo e per concluderlo entro ieri (che poi è diventata stamattina) in modo da poterlo presentare oggi al G20 messicano di Los Cabos. Perché a Los Cabos ci sono Obama, Merkel, Cameron, Putin e Monti che non saranno a Rio (gli ultimi due hanno disdetto all'ultimo momento, dopo ampie rassicurazioni). Non è ancora chiaro se da Los Cabos uscirà un avvallo anche dagli assenti a Rio. Di certo gli accordi sono al ribasso, si sa. Ed è questo che le organizzazioni ambientaliste imputano al testo proposto dal Brasile. Vaghezza, mancanza di obiettivi, linguaggio diplomatico e poca sostanza.
Confesso di non averlo ancora letto bene. Di certo una persona soddisfatta c'è: il ministro dell'ambiente Corrado Clini, che all'ANSA dichiara con orgoglio il suo ruolo di mediatore tra Brasile e Unione Europea. Clini, per decenni direttore generale del ministero, fino allo scorso anno era il capodelegazione italiano a questi eventi, il nostro capo negoziatore. Adesso è il responsabile politico. E a Rio sarà lui a parlare nella plenaria per il nostro paese, visto che il rigoroso Monti sembra avere altro da fare.

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