Il regolamento delle primarie del centrosinistra è stato diffuso oggi. Un documento molto difensivo, che certo non incentiva la partecipazione. L'ansia di un risultato inatteso ha prodotto meccanismi davvero poco esaltanti.
Il primo dato è che le prossime primarie saranno profondamente diverse dalle precedenti. Non solo da quelle che hanno consacrato nell'ordine Prodi, Veltroni e Bersani alla leadership nazionale, ma anche dalle centinaia di consultazioni locali.Questa volta il gioco è duro. E sono scattati i meccanismi di autodifesa.
I commenti al regolamento dei non allineati sono durissimi. Salvatore Vassallo, l'estensore dello statuto del PD, dichiara: "Il testo del regolamento per le primarie del centrosinistra trasuda in ogni dettaglio la volonta' di respingere gli elettori meno identificati e fedeli. E' vergognoso che sia stato approvato con il consenso del Presidente della Commissione nazionale di garanzia del Pd il quale avrebbe dovuto invece tutelare principi ancora oggi ben piantati nello Statuto del nostro partito, nonostante la controriforma voluta da Bersani nel 2010". Su La Stampa un confronto interessante tra le primarie francesi e italiane.
Tra i punti dolenti del regolamento l'eliminazione del voto ai sedicenni e soprattutto il fatto che chi vorrà votare al ballottaggio e non avesse votato al primo turno non potrà farlo senza registrarsi almeno un giorno prima. Insomma non ci si può presentare al seggio, occorre avere perso tempo per registrarsi altrove in un giorno feriale precedente. Non esattamente un incentivo alla partecipazione.
La lettura è semplice e molto triste. Il partito e il suo segretario hanno concesso le primarie per la premiership con apparente magnanimità, ma per mantenere il controllo della situazione adottano metodi affatto democratici. Per le candidature, dopo la richiesta delle 95 firme dell'assemblea nazionale, sono spuntate le ventimila firme popolari, che di fatto hanno ristretto la corsa a Bersani, Renzi e Vendola. Quanto agli elettori, la registrazione obbligatoria era già un pesante fardello. Ora si parla di un "certificato" di elettore del centrosinistra. E soprattutto si scoraggia la partecipazione al ballottaggio a chi non avesse votato al primo turno, obbligando ad una registrazione precedente al giorno del voto. Norme macchinose e novecentesche. Assurdo che non ci si possa registrare online. Vergognoso che si scoraggi la partecipazione al secondo turno. Qualcuno spieghi perché al primo turno ci si può registrare nel seggio e al secondo no.
Pierluigi Bersani potrà anche vincere queste primarie, ma l'immagine del PD ne uscirà a pezzi. La volonta di autoprotezione e di conservazione che le regole delle primarie trasmettono è un segnale assolutamente negativo. Ne esce un partito arroccato, timoroso, che nel timore di aprirsi si rifugia nel proprio recinto, che presidia con determinazione. Alimentando venti di sconfitta.
Il primo dato è che le prossime primarie saranno profondamente diverse dalle precedenti. Non solo da quelle che hanno consacrato nell'ordine Prodi, Veltroni e Bersani alla leadership nazionale, ma anche dalle centinaia di consultazioni locali.Questa volta il gioco è duro. E sono scattati i meccanismi di autodifesa.
I commenti al regolamento dei non allineati sono durissimi. Salvatore Vassallo, l'estensore dello statuto del PD, dichiara: "Il testo del regolamento per le primarie del centrosinistra trasuda in ogni dettaglio la volonta' di respingere gli elettori meno identificati e fedeli. E' vergognoso che sia stato approvato con il consenso del Presidente della Commissione nazionale di garanzia del Pd il quale avrebbe dovuto invece tutelare principi ancora oggi ben piantati nello Statuto del nostro partito, nonostante la controriforma voluta da Bersani nel 2010". Su La Stampa un confronto interessante tra le primarie francesi e italiane.
Tra i punti dolenti del regolamento l'eliminazione del voto ai sedicenni e soprattutto il fatto che chi vorrà votare al ballottaggio e non avesse votato al primo turno non potrà farlo senza registrarsi almeno un giorno prima. Insomma non ci si può presentare al seggio, occorre avere perso tempo per registrarsi altrove in un giorno feriale precedente. Non esattamente un incentivo alla partecipazione.
La lettura è semplice e molto triste. Il partito e il suo segretario hanno concesso le primarie per la premiership con apparente magnanimità, ma per mantenere il controllo della situazione adottano metodi affatto democratici. Per le candidature, dopo la richiesta delle 95 firme dell'assemblea nazionale, sono spuntate le ventimila firme popolari, che di fatto hanno ristretto la corsa a Bersani, Renzi e Vendola. Quanto agli elettori, la registrazione obbligatoria era già un pesante fardello. Ora si parla di un "certificato" di elettore del centrosinistra. E soprattutto si scoraggia la partecipazione al ballottaggio a chi non avesse votato al primo turno, obbligando ad una registrazione precedente al giorno del voto. Norme macchinose e novecentesche. Assurdo che non ci si possa registrare online. Vergognoso che si scoraggi la partecipazione al secondo turno. Qualcuno spieghi perché al primo turno ci si può registrare nel seggio e al secondo no.
Pierluigi Bersani potrà anche vincere queste primarie, ma l'immagine del PD ne uscirà a pezzi. La volonta di autoprotezione e di conservazione che le regole delle primarie trasmettono è un segnale assolutamente negativo. Ne esce un partito arroccato, timoroso, che nel timore di aprirsi si rifugia nel proprio recinto, che presidia con determinazione. Alimentando venti di sconfitta.
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