mercoledì 31 luglio 2013

La Grecia, i ristoranti e l'IVA al 13%

Da luglio 2010 in Grecia l'IVA del settore ristorazione è al 23% (prima era al 18%). Da domani 1 agosto sarà abbassata di dieci punti, al 13%. Per il settore alberghiero l'IVA era già molto bassa, con un'aliquota fissata nel 2011 al 6,5% (prima era il 5,5%).
Il governo Samaras ha preso questa decisione per dare un ulteriore boccata di ossigeno al settore del turismo, che contribuisce per il 15% al PIL greco. Il ministro greco per il turismo Olga Kefalogianni (38) aveva lungamente insistito perché la troika economica europea accettasse la riduzione. Da parte sua il premier Antonis Samaras, che lo scorso anno aveva inserito la riduzione tra le promesse della sua campagna elettorale, ha dichiarato che si aspetta che la riduzione produca ribassi nei prezzi al pubblico e non finisca nelle tasche degli operatori. Samaras chiede anche al settore ristorazione di ridurre la notevole evasione fiscale del comparto. In caso contrario ha minacciato di riportare l'aliquota al 23%.
Ieri il governo di Atene ha emanato una circolare con i dettagli delle riduzioni. Il provvedimento non riguarda le bevande alcooliche, che restano con l'IVA al 23%. La riduzione si applica solo sulle consumazioni effettuate nei bar e ristoranti e non sul take away o sugli acquisti in negozio, anche se di cibo già cotto. Però la pizza o altri piatti ordinati ai ristoranti e consegnati a casa restano al 13%. Negli alberghi la confusione è notevole, perché ad esempio se si ordina una bibita con il room service l'aliquota è il 13%, ma se la si prende direttamente dal minibar della camera si applica il 23%.

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