mercoledì 8 gennaio 2014

Ritorno a Fukushima






















Questa settimana America Tonight, il programma di punta di Al-Jazeera America, trasmette da lunedì a giovedì uno special in quattro puntate sullo stato delle cose nella centrale nucleare di Fukushima a quasi tre anni dall'incidente del marzo 2011. Le prime due puntate si sono occupate delle "città fantasma" evacuate dai residenti e delle carenti operazioni di bonifica e messa in sicurezza della centrale. Quella di stasera sarà dedicata all'analisi del rischio di un nuovo incidente nel sito e quella conclusiva di giovedì alle prospettive della politica energetica in Giappone.
Al-Jazeera America è visibile in 40 milioni di case negli Stati Uniti, ma la audience della rete è ancora bassa. Tuttavia l'occasione ha nuovamente focalizzato l'attenzione dei media sui tanti problemi ancora irrisolti di Fukushima. A cominciare dall'inquinamento: il 21 dicembre scorso la TEPCO, che gestisce la centrale, ha comunicato nuove rilevazioni che indicavano un record di 1.9 milioni di bequerel di radioattività per litro nelle acque sotto il reattore due, uno dei tre danneggiati dallo tsunami del 2011. Sotto il reattore 4 sono state trovate tracce di cesio e e stronzio a 25 metri di profondità, segno di una contaminazione sempre più diffusa e di probabili perdite dei serbatoi contenenti acqua radioattiva. L'ultimo incidente è del 24 dicembre e si parla di una perdita di oltre 200 tonnellate di acqua con 440 becquerel/litro di stronzio-90 (il limite di sicurezza è 10 becquerel).
Per mantenere i reattori danneggiati a temperature che impediscano la fusione del combustibile nucleare questi vengono continuamente irrorati di acqua. Questa acqua però viene contaminata e deve essere a sua volta estratta e collocata in grandi serbatoi che la TEPCO continua a costruire accanto alla centrale. E alcuni di questi hanno accusato delle perdite, anche con sversamenti in mare. Un operaio ha raccontato pochi giorni fa all'Asahi Shimbun le scarse condizioni di sicurezza dell'impianto.
Restano poi i 150.000 evacuati che ancora non possono tornare nelle loro case, un terzo dei quali vive ancora in sistemazioni temporanee. La TEPCO dopo accordi con il governo giapponese risarcisce gli sfollati con centomila yen al mese, settecento Euro. Nel frattempo la bonifica delle città contaminate continua lentamente e con fatica. Lo strato superficiale del terreno che ha assorbito le radiazioni viene raschiato e sostituito con nuova terra. Migliaia di sacchi di terra contaminata sono stoccati in vari siti all'interno della "zona rossa". Le case e le strade vengono lavate, si abbattono gli alberi. Ma molti degli ex residenti, particolarmente le famiglie con bambini, hanno già deciso che non torneranno mai più ad abitare nelle loro case.

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