La Commissione Europea annunciata ieri da Jean-Claude Juncker avrà sei vicepresidenti "trasversali" che si occuperano di temi che coinvolgono più direzioni generali (il settimo vicepresidente è Federica Mogherini). Uno dei sei vicepresidenti è la slovena Alenka Bratušek, alla quale Juncker ha affidato la delega dell'Unione Energetica. Che significa Unione Energetica? Juncker ha già accorpato Clima ed Energia in una sola delega (con Barroso i Commissari erano due, rispettivamente Hedegaard e Oettinger). Anche Ambiente e Affari Marittimi sono stati accorpati in una unica direzione.
Secondo Juncker la vicepresidenza alla Unione Energetica dovrà "dirigere e coordinare" il lavoro di dipartimenti quali Clima, Energia, Trasporti, Ambiente e Affari Marittimi. Senza trascurare le conseguenze economiche delle scelte di politica energetica.
Il compito di Alenka Bratušek quindi non sembra semplice. Bratušek (44) ha una storia politica breve. Candidata non eletta alle parlamentari del 2008, cambia partito e si ripresenta nel 2011, questa volta con sucesso. Nel 2013 viene eletta premier, prima donna nella storia della giovane repubblica slovena. Quest'anno però si dimette, dopo essere stata messa in minoranza dal suo partito (ma è ancora in carica). Al suo posto subentrarà come premier il professore di diritto Miro Cerar (51), votato dal parlamento sloveno lo scorso 25 agosto dopo avere vinto le elezioni dello scorso maggio con un partito personale fondato appena cinque settimane prima del voto. Cerar, che alle elezioni ha ricevuto un lusinghiero 34.5% e 36 seggi, può contare su una maggioranza di 52 deputati sui 90 del parlamento. Anche Alenka Bratušek si era presentata alle elezioni di maggio con un proprio partito personale, raccogliendo però solo un 4.4% e 4 seggi.
Bratušek è stata scelta da Juncker in una terna di nomi proposti dal governo della stessa Bratušek. Gli altri due erano la parlamentare europea PSE Tanja Fajon (43) e il leader del Partito dei Pensionati Karl Erjavec (54), ministro degli esteri uscente. La scelta di Juncker è stata motivata dal suo disperato bisogno di donne nell'esecutivo e dall'appartenenza di Bratušek al gruppo liberale ALDE, anch'esso sottorappresentato nella Commissione. Molti hanno criticato aspramente la scelta di Bratušek di autonominarsi.
Secondo Juncker la vicepresidenza alla Unione Energetica dovrà "dirigere e coordinare" il lavoro di dipartimenti quali Clima, Energia, Trasporti, Ambiente e Affari Marittimi. Senza trascurare le conseguenze economiche delle scelte di politica energetica.
Il compito di Alenka Bratušek quindi non sembra semplice. Bratušek (44) ha una storia politica breve. Candidata non eletta alle parlamentari del 2008, cambia partito e si ripresenta nel 2011, questa volta con sucesso. Nel 2013 viene eletta premier, prima donna nella storia della giovane repubblica slovena. Quest'anno però si dimette, dopo essere stata messa in minoranza dal suo partito (ma è ancora in carica). Al suo posto subentrarà come premier il professore di diritto Miro Cerar (51), votato dal parlamento sloveno lo scorso 25 agosto dopo avere vinto le elezioni dello scorso maggio con un partito personale fondato appena cinque settimane prima del voto. Cerar, che alle elezioni ha ricevuto un lusinghiero 34.5% e 36 seggi, può contare su una maggioranza di 52 deputati sui 90 del parlamento. Anche Alenka Bratušek si era presentata alle elezioni di maggio con un proprio partito personale, raccogliendo però solo un 4.4% e 4 seggi.
Bratušek è stata scelta da Juncker in una terna di nomi proposti dal governo della stessa Bratušek. Gli altri due erano la parlamentare europea PSE Tanja Fajon (43) e il leader del Partito dei Pensionati Karl Erjavec (54), ministro degli esteri uscente. La scelta di Juncker è stata motivata dal suo disperato bisogno di donne nell'esecutivo e dall'appartenenza di Bratušek al gruppo liberale ALDE, anch'esso sottorappresentato nella Commissione. Molti hanno criticato aspramente la scelta di Bratušek di autonominarsi.
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