Condivisibile? Praticabile? Difficile dare un giudizio. Di certo le motivazioni di Morassut e Ranucci sono ineccepibili: eliminare burocrazia, centri di costo, sprechi, corruzione. I nuovi confini sembrano disegnati in maniera piuttosto grossolana e con robuste incoerenze, ma ci sarà tempo per rivedere le frontiere (con la prevedibile rivolta dei campanili coinvolti).
Nel recente passato ci sono stati altri tentativi di ridefinire i confini amministrativi italiani. La Società Geografica Italiana aveva affrontato la questione con un altro approccio, disegnando un'Italia composta da 36 grandi province, quindi elidendo le attuali regioni e province in un unico soggetto territoriale (vedi cartina in basso, cliccare per ingrandire). In questa ipotesi le Marche sono una sola grande provincia, come l'Umbria e l'Abruzzo. Verona è unita a Mantova e Brescia, Parma va con Cremona e Piacenza, Rovigo e Ferrara riuniscono il Polesine, La Spezia è associata con la Toscana del nordovest. Isernia con Frosinone e non con l'Adriatico, come sembra giusto.
"In sostanza, gli assetti delineati sono stati tracciati a partire dalle reti infrastrutturali (legate alla mobilità, ai trasporti e alle comunicazioni), presenti sul territorio o in avanzata fase progettuale incrociate con le interazioni tra l’ambiente e la società secondo un modello geografico in progressiva evoluzione." è la spiegazione della SGI alla proposta che risale a un anno fa, dicembre 2013.
E' una cagata.....
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