lunedì 15 dicembre 2014

Una Italia con 12 regioni?

La cartina qui sopra (fonte ilquotidianoitaliano.it), rappresenta con una certa fedeltà la nuova divisione dell'Italia in regioni secondo il disegno di legge costituzionale che presenteranno domani mattina Roberto Morassut e Raffale Ranucci, rispettivamente onorevole e senatore del PD. Nel progetto le regioni si ridurrebbero da 20 a 12, con accorpamenti e separazioni certamente non indolori. Il Lazio sparirebbe lasciando solo una grande Roma Capitale. Metà Basilicata andrebbe con la Calabria e l'altra metà con la Puglia, che annetterebbe anche Campobasso. La Toscana si unirebbe all'Umbria e a Viterbo, mentre Marche e Abruzzo formerebbero la Regione Adriatica con Isernia e Rieti (ma Pesaro passerebbe dalle Marche all'Emilia-Romagna (anche se nella cartina non è evidenziato, anzi Rimini è con le Marche). Piemonte e Liguria formerebbero la Regione Alpina e il Triveneto verrebbe riunito. Immutate la Lombardia e le isole.
Condivisibile? Praticabile? Difficile dare un giudizio. Di certo le motivazioni di Morassut e Ranucci sono ineccepibili: eliminare burocrazia, centri di costo, sprechi, corruzione. I nuovi confini sembrano disegnati in maniera piuttosto grossolana e con robuste incoerenze, ma ci sarà tempo per rivedere le frontiere (con la prevedibile rivolta dei campanili coinvolti).
Nel recente passato ci sono stati altri tentativi di ridefinire i confini amministrativi italiani. La Società Geografica Italiana aveva affrontato la questione con un altro approccio, disegnando un'Italia composta da 36 grandi province, quindi elidendo le attuali regioni e province in un unico soggetto territoriale (vedi cartina in basso, cliccare per ingrandire). In questa ipotesi le Marche sono una sola grande provincia, come l'Umbria e l'Abruzzo. Verona è unita a Mantova e Brescia, Parma va con Cremona e Piacenza, Rovigo e Ferrara riuniscono il Polesine, La Spezia è associata con la Toscana del nordovest. Isernia con Frosinone e non con l'Adriatico, come sembra giusto.
"In sostanza, gli assetti delineati sono stati tracciati a partire dalle reti infrastrutturali (legate alla mobilità, ai trasporti e alle comunicazioni), presenti sul territorio o in avanzata fase progettuale incrociate con le interazioni tra l’ambiente e la società secondo un modello geografico in progressiva evoluzione." è la spiegazione della SGI alla proposta che risale a un anno fa, dicembre 2013.


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