Di primo acchito Pino Daniele aveva lo sguardo severo e quell'aria un po' scocciata, annoiata. Malgrado la stirpe napoletana ostentava un aplomb e un distacco molto british. Una personalità complessa e estremamente ricca.
Tra il 1977 e il 1984 ha scritto pagine straordinarie della musica italiana, irripetibili anche per lui, che progressivamente avrebbe perso la magica vena creativa di quegli anni. Però sono venute le splendide reunion con il gruppo storico di musicisti della stagione magica di Napoli e i momenti privati nel suo buen retiro di Magliano, in Maremma. Perché a Napoli Pino non abitava più da un pezzo.
Conviveva da molto tempo con un cuore poco affidabile, dove i chirurghi avevano già messo le mani varie volte. Sapeva bene cosa succedeva nel suo petto e voleva sempre un defibrillatore a portata di mano, anche durante i concerti, da contratto.
Tra il 1977 e il 1984 ha scritto pagine straordinarie della musica italiana, irripetibili anche per lui, che progressivamente avrebbe perso la magica vena creativa di quegli anni. Però sono venute le splendide reunion con il gruppo storico di musicisti della stagione magica di Napoli e i momenti privati nel suo buen retiro di Magliano, in Maremma. Perché a Napoli Pino non abitava più da un pezzo.
Conviveva da molto tempo con un cuore poco affidabile, dove i chirurghi avevano già messo le mani varie volte. Sapeva bene cosa succedeva nel suo petto e voleva sempre un defibrillatore a portata di mano, anche durante i concerti, da contratto.
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