mercoledì 28 ottobre 2015

L'Italia di Mezzo

Sull'unificazione di Toscana, Marche e Umbria il presidente Enrico Rossi fa sul serio. Ieri il Corriere della Sera edizione Firenze ha pubblicato una lunga lettera del governatore, dal titolo "La mia Italia di mezzo fatta di storia e di economia". Nell'articolo Rossi cita da Raffaello a Giotto, da Amerigo Vespucci a Matteo Ricci (l'esploratore), da Guido Piovene a Giorgio Fuà. E cita soprattutto il sociologo Aldo Bonomi, che da tempo parla di una "società di mezzo" e a sua volta cita Robert Putman quando dice che in Toscana, Marche e Umbria c'è "l'Italia più Italia".
"Nessuna regione dell’Italia di Mezzo può da sola ambire a raggiungere la massa critica necessaria. Una macro regione dell’Italia di Mezzo avrebbe con queste scelte ben altro peso in Europa" scrive Enrico Rossi. E aggiunge: "È ovvio che non faremo passi avanti se la politica non costruirà un’alleanza con la parte più forte e dinamica della società, per promuovere e includere chi è più debole. Questa operazione è squisitamente politica ed è possibile affrontarla a condizione di fare scelte coraggiose e nuove".
La proposta di Rossi è molto più sensata di quella grossolana di Roberto Morassut e Raffaele Ranucci, che accorpa territori disomogenei come il Reatino e il Montefeltro, ed è certamente utile ad approfondire il dibattito su un tema che sembra ormai ineludibile. La proposta Morassut-Ranucci sembra concentrata sulla creazione di un territorio esclusivo per Roma Capitale, smembrando il Lazio e buttando le altre provincie dove capita, in tre ambiti diversi.
Altrove hanno gia deciso: la Francia dal 1 gennaio 2016 ridurrà le regioni da 22 a 13, dopo un percorso faticoso e affatto condiviso da alcuni territori. Vero però che in Francia le regioni hanno un ruolo limitato e occupano solo il cinque per cento dei dipendenti dello stato.
L'idea di Rossi piace al presidente delle Marche Luca Ceriscioli, che ha subito offerto la disponibilità ad iniziare un percorso comune, a partire dall'unificazione delle sedi di rappresentanza delle regioni a Bruxelles. "A condizione che le Marche restino unite" ha precisato Ceriscioli, bocciando l'ipotesi di Morassut-Ranucci che vorrebbe annettere la provincia di Pesaro all'Emilia Romagna.
La proposta di Rossi è quella di un patto federativo, non di annessione. Mettere in comune gestione dei servizi, progetti infrastrutturali, promozione turistica. Ogni regione manterrebbe la sua autonomia, anche se inevitabilmente la "capitale ombra" sarebbe Firenze.
Rossi prova anche a tracciare una tempistica, indicando un processo che potrebbe iniziare il prossimo anno, dopo lo svolgimento del referendum confermativo sulle riforme costituzionali. Da Marina di Carrara a San Benedetto del Tronto, da Gabicce a Capalbio. L'Italia di mezzo si può fare.

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