Ieri John Oliver, conduttore di Last Week Tonight su HBO e uno dei mezzibusti più popolari della Tv americana, è tornato sulla questione dell'utilità dei pennies, le monete da un centesimo. Se ne parla da parecchio, sulle due sponde dell'oceano Atlantico. Oliver ha ricordato come coniare un penny costa 1.7 centesimi, quasi il doppio del suo valore.
In Europa sono in parecchi a detestare i centesimi. Da noi poi c'è anche il conio da due cent, mentre gli americani dal penny passano direttamente al nickel da cinque. Le monetine danno fastidio, la gente le lascia a casa e non le fa circolare. Questo fa si che paradossalmente la domanda aumenta e si continua a produrne. In Europa ne circolano almeno 48 miliardi, circa 130 per ogni abitante dell'Eurozona. Quante ne avete in tasca? Le altre sono imboscate chissà dove.
Un Eurocent, alla sua introduzione nel 2002, valeva quasi venti lire. La moneta da venti lire era molto elegante: piccola, dorata, coniata in una lega chiamata bronzital, raffigurava un ramo di quercia. Con venti lire nel 2002 non si comprava più nulla, e le monete da cinque e da dieci lire erano già praticamente sparite.
In Europa Belgio, Finlandia e Olanda hanno deciso da tempo di abbandonare le monetine rosse: i resti in contante si approssimano per legge ai cinque cent. L'ultimo ripudio arriva dall'Irlanda, che arrotonda dal 1 novembre scorso. Al dì fuori della Eurozona anche Danimarca e Svezia hanno rinunciato al centesimo delle loro corone. In queste nazioni le monetine di rame restano in circolazione, ma non si scambiano praticamente più.
Il primo oppositore alla scomparsa dei centesimi è la Germania, che ha contrastato varie proposte lanciate in questo senso da altri stati membri. La motivazione sarebbe il non voler rinunciare ai prezzi sul genere 1.99 €, che stimolerebbero i consumi. Il rame delle monete da uno e due Eurocent in circolazione in Europa è stimato valere almeno un miliardo e mezzo di Euro.
Il Canada ha smesso di coniare monete da un cent nel 2012, senza troppo clamore e senza proteste eclatanti. Ai tempi la Banca Centrale canadese stimava che in circolazione ci fossero 35 miliardi di pezzi, che restano in corso ma vengono gradualmente ritirati e fusi. In America molte delle resistenze all'abbandono dei pennies vengono dai fan di Abramo Lincoln, che non vogliono perdere la vista del profilo del loro presidente preferito.
In Europa sono in parecchi a detestare i centesimi. Da noi poi c'è anche il conio da due cent, mentre gli americani dal penny passano direttamente al nickel da cinque. Le monetine danno fastidio, la gente le lascia a casa e non le fa circolare. Questo fa si che paradossalmente la domanda aumenta e si continua a produrne. In Europa ne circolano almeno 48 miliardi, circa 130 per ogni abitante dell'Eurozona. Quante ne avete in tasca? Le altre sono imboscate chissà dove.
Un Eurocent, alla sua introduzione nel 2002, valeva quasi venti lire. La moneta da venti lire era molto elegante: piccola, dorata, coniata in una lega chiamata bronzital, raffigurava un ramo di quercia. Con venti lire nel 2002 non si comprava più nulla, e le monete da cinque e da dieci lire erano già praticamente sparite.
In Europa Belgio, Finlandia e Olanda hanno deciso da tempo di abbandonare le monetine rosse: i resti in contante si approssimano per legge ai cinque cent. L'ultimo ripudio arriva dall'Irlanda, che arrotonda dal 1 novembre scorso. Al dì fuori della Eurozona anche Danimarca e Svezia hanno rinunciato al centesimo delle loro corone. In queste nazioni le monetine di rame restano in circolazione, ma non si scambiano praticamente più.
Il primo oppositore alla scomparsa dei centesimi è la Germania, che ha contrastato varie proposte lanciate in questo senso da altri stati membri. La motivazione sarebbe il non voler rinunciare ai prezzi sul genere 1.99 €, che stimolerebbero i consumi. Il rame delle monete da uno e due Eurocent in circolazione in Europa è stimato valere almeno un miliardo e mezzo di Euro.
Il Canada ha smesso di coniare monete da un cent nel 2012, senza troppo clamore e senza proteste eclatanti. Ai tempi la Banca Centrale canadese stimava che in circolazione ci fossero 35 miliardi di pezzi, che restano in corso ma vengono gradualmente ritirati e fusi. In America molte delle resistenze all'abbandono dei pennies vengono dai fan di Abramo Lincoln, che non vogliono perdere la vista del profilo del loro presidente preferito.
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