Sembra proprio vero: domani il governo presenterà un decreto per ripristinare il voto in due giorni per le amministrative di giugno. Oltre alla intera domenica si voterà anche il lunedì fino alle 14, con tutto il corredo di militari che dormono in brandine a custodia del seggio, urne sigillate per la notte, raddoppio degli emolumenti al personale di scrutinio, risultati in ritardo. Roba da secolo scorso.
Con questo decreto l'Italia tornerebbe a essere l'unico paese d'Europa in cui si vota in due giorni. Anzi, l'unico paese OCSE. Per la seconda volta l'Italia rinuncerebbe ad allinearsi con le altre nazioni che votano un solo giorno (e spesso in un giorno feriale). E dire che anche nella ipotesi di voto nella sola giornata di domenica l'Italia aveva il record di orario di voto, con i seggi aperti dalle 7 alle 23.
L'Italia ha votato per due giorni dal dopoguerra al 2001, quando per la prima volta si tentò il voto in un solo giorno, come succede ovunque. Nell'occasione le elezioni politiche coincidevano con le amministrative e ci furono code e problemi, soprattutto al meridione, e il voto anche il lunedì fu ripristinato in fretta. Nel 2013 il governo Letta propose di nuovo il voto per la sola gornata di domenica. Domani è prevista la nuova marcia indietro, giustificata dalla minaccia di astensionismo.
Un grave errore, un regresso e una debolezza nazionale, visto che il decreto annunciato è stato accolto con felicitazioni bipartisan. L'Italia fa molta fatica a crescere e nell'occasione il governo Renzi non dimostra capacità di mantenere la rotta. Una disdetta.
Con questo decreto l'Italia tornerebbe a essere l'unico paese d'Europa in cui si vota in due giorni. Anzi, l'unico paese OCSE. Per la seconda volta l'Italia rinuncerebbe ad allinearsi con le altre nazioni che votano un solo giorno (e spesso in un giorno feriale). E dire che anche nella ipotesi di voto nella sola giornata di domenica l'Italia aveva il record di orario di voto, con i seggi aperti dalle 7 alle 23.
L'Italia ha votato per due giorni dal dopoguerra al 2001, quando per la prima volta si tentò il voto in un solo giorno, come succede ovunque. Nell'occasione le elezioni politiche coincidevano con le amministrative e ci furono code e problemi, soprattutto al meridione, e il voto anche il lunedì fu ripristinato in fretta. Nel 2013 il governo Letta propose di nuovo il voto per la sola gornata di domenica. Domani è prevista la nuova marcia indietro, giustificata dalla minaccia di astensionismo.
Un grave errore, un regresso e una debolezza nazionale, visto che il decreto annunciato è stato accolto con felicitazioni bipartisan. L'Italia fa molta fatica a crescere e nell'occasione il governo Renzi non dimostra capacità di mantenere la rotta. Una disdetta.
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