I primi dati dei ballottaggi parlano chiaro: il vero Partito della Nazione è quello grillista. Altro che PD che va a destra, inciucia e incorpora trascurando le steppe della sinistra (le praterie a sinistra non esistono). I risultati di Roma e di Torino dimostrano come la coalizione raccolta attorno alle due candidate grilliste raccolga dall'estrema destra alla sinistra antagonista al PD. Tutti i partiti di destra, compresi Casa Pound e Forza Nuova, avevano dichiarato l'appoggio alle candidate M5S. Sul fronte opposto il grillismo aveva incassato l'endorsement dei "professori" di Micromega e il silenzio complice di gente come Fassina e Civati, che non si era schierata ufficialmente ma sperava ardentemente nella sconfitta dei candidati del PD. Altre mine vaganti, tipo Dario Fo e Di Pietro, si erano accodate.
Le liste di Grillo raccolgono il consenso di tutti i Renzihaters, uno schieramento bipartisan disposto a tutto pur di indebolire il premier e il governo. Da Fassina a Salvini, da Civati a Gasparri, tutti hanno preferito le candidate grilliste nella logica del "tanto peggio, tanto meglio". Le prime dichiarazioni gioiose della destra svelano l'appoggio dei conservatori a Raggi e Appendino.
Naturalmente tutta questa gente in caso di elezioni politiche non voterebbe mai M5S, e sotto questo profilo è vero che il risultato ha solo valenza locale. Ma sul fronte brusco del secondo turno, quando la scelta è diretta, sono tutti contro Renzi e il PD. Ecco perché le elezioni di Roma e Torino sono la vitttoria del vero Partito della Nazione, il Movimento. Con la V minuscola, perché il vaffa non è nelle mie corde.
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