Mancano cinque giorni all'inizio della conferenza Habitat III a Quito, Ecuador. UN Habitat è il Programma delle Nazioni Unite che si occupa di insediamenti umani, ovvero di questioni urbane.
Le Nazioni Unite iniziarono a focalizzare le questioni urbane nel 1976 con la conferenza mondiale Habitat I di Vancouver, Canada. Allora la popolazione urbana del pianeta era meno del 38 per cento del totale. La conferenza si concluse con una dichiarazione e la successiva creazione di una commissione permanente delle Nazioni Unite con sede a Nairobi, Kenya.
La seconda conferenza Habitat si svolse a Istanbul, Turchia, nel giugno 1996. Ai tempi la popolazione urbana era il 45 per cento del totale. Nella conferenza fu presentata la Habitat Agenda, approvata da 171 nazioni. Il 26 febbraio 2002 l'ONU approvò la risoluzione 56/206 che rafforzava il ruolo di Habitat, trasformandolo in un Programma, un organo sussidiario dell'Assemblea Generale.
Le conferenze Habitat si svolgono ogni 20 anni, quindi non sono esattamente una formalità. La terza si aprirà lunedì 17 a Quito e dovrà approvare la New Urban Agenda, un documento corposo costruito attraverso un processo partecipato che ha coinvolto stati membri, città e stakeholders. Oggi la popolazione urbana ha superato quella rurale ed è il 54.5 per cento
Dopo la conferenza di Quito l'approccio delle Nazioni Unite alle questioni urbane cambierà. La cadenza ventennale non sembra più coerente con le rapide trasformazioni urbane, particolarmente con quanto sta accadendo nei paesi in via di sviluppo. Non è un caso che larga parte della New Urban Agenda si occupa prorio dell'attuazione (punti da 126 a 160) e della verifica periodica di quanto si è realizzato (punti da 161 a 175). Ma, siccome le Nazioni Unite sono un ambito molto tradizionalista, non manca la raccomandazione all'Assemblea Generale di mettere in programma una quarta conferenza Habitat per il 2036, "nel quadro di un rinnovato impegno politico per valutare e consolidare i progressi nella New Urban Agenda."
Le Nazioni Unite iniziarono a focalizzare le questioni urbane nel 1976 con la conferenza mondiale Habitat I di Vancouver, Canada. Allora la popolazione urbana del pianeta era meno del 38 per cento del totale. La conferenza si concluse con una dichiarazione e la successiva creazione di una commissione permanente delle Nazioni Unite con sede a Nairobi, Kenya.
La seconda conferenza Habitat si svolse a Istanbul, Turchia, nel giugno 1996. Ai tempi la popolazione urbana era il 45 per cento del totale. Nella conferenza fu presentata la Habitat Agenda, approvata da 171 nazioni. Il 26 febbraio 2002 l'ONU approvò la risoluzione 56/206 che rafforzava il ruolo di Habitat, trasformandolo in un Programma, un organo sussidiario dell'Assemblea Generale.
Le conferenze Habitat si svolgono ogni 20 anni, quindi non sono esattamente una formalità. La terza si aprirà lunedì 17 a Quito e dovrà approvare la New Urban Agenda, un documento corposo costruito attraverso un processo partecipato che ha coinvolto stati membri, città e stakeholders. Oggi la popolazione urbana ha superato quella rurale ed è il 54.5 per cento
Dopo la conferenza di Quito l'approccio delle Nazioni Unite alle questioni urbane cambierà. La cadenza ventennale non sembra più coerente con le rapide trasformazioni urbane, particolarmente con quanto sta accadendo nei paesi in via di sviluppo. Non è un caso che larga parte della New Urban Agenda si occupa prorio dell'attuazione (punti da 126 a 160) e della verifica periodica di quanto si è realizzato (punti da 161 a 175). Ma, siccome le Nazioni Unite sono un ambito molto tradizionalista, non manca la raccomandazione all'Assemblea Generale di mettere in programma una quarta conferenza Habitat per il 2036, "nel quadro di un rinnovato impegno politico per valutare e consolidare i progressi nella New Urban Agenda."
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