Le elezioni americane hanno sempre un corollario di referendum e consultazioni locali e statali. Alle presidenziali di oggi i cittadini di nove stati sono chiamati ad esprimersi anche sull'uso della cannabis, che negli Stati Uniti è essenzialmente marijuana, visto che l'hashish ha una diffusione fondamentalmente in Asia e Europa. In cinque stati si vota per approvare l'uso "ricreativo" della cannabis: Arizona, Massachussets, Maine, Nevada, e la cruciale California. Altri quattro stati sono chiamati ad approvare l'uso terapeutico dell'erba: Arkansas, Florida, Montana e North Dakota.
Secondo i sondaggi i Sì sono in vantaggio quasi ovunque, a parte l'Arizona, mentre in Nevada c'è un sostanziale pareggio. Negli ultimi quattro anni Alaska, Colorado, Oregon e Washington hanno approvato l'uso libero della cannabis e se la California, come sembra quasi scontato, farà altrettanto, in tutta la costa ovest degli Stati Uniti le canne saranno legali. La California è anche lo stato con il PIL più alto, paragonabile a quello delle più grandi nazioni d'Europa. Un via libera allo spinello aprirebbe la strada a una legalizzazione nazionale, prevedono molti. Che potrebbe estendersi anche al Messico e all'America Latina, riducendo enormemente il narcotraffico.
Il via libera dei singoli stati complicherebbe comunque la situazione legale, visto che la DEA, l'autorità di polizia contro il narcotraffico, lo scorso agosto ha ribadito la classificazione della Marijuana in classe 1, alla pari dell'eroina e di altre droghe pesanti.
Già oggi 26 stati americani approvano l'uso terapeutico della cannabis, giudicandola una terapia efficace per molte malattie quali l'artrite reumatoide e il lupus. Studi accreditati riconoscono il suo contributo anche per l'epilessia e l'inappetenza.
Secondo gli esperti il mercato americano della mariujana legale, che oggi vale 7 miliardi di dollari, con il Sì della California passerebbe a 22 miliardi entro il 2020. Il Colorado, che ha legalizzato le canne nel 2012, quest'anno incasserà 140 milioni di dollari di tasse per la vendita di marijuana.
Secondo i sondaggi i Sì sono in vantaggio quasi ovunque, a parte l'Arizona, mentre in Nevada c'è un sostanziale pareggio. Negli ultimi quattro anni Alaska, Colorado, Oregon e Washington hanno approvato l'uso libero della cannabis e se la California, come sembra quasi scontato, farà altrettanto, in tutta la costa ovest degli Stati Uniti le canne saranno legali. La California è anche lo stato con il PIL più alto, paragonabile a quello delle più grandi nazioni d'Europa. Un via libera allo spinello aprirebbe la strada a una legalizzazione nazionale, prevedono molti. Che potrebbe estendersi anche al Messico e all'America Latina, riducendo enormemente il narcotraffico.
Il via libera dei singoli stati complicherebbe comunque la situazione legale, visto che la DEA, l'autorità di polizia contro il narcotraffico, lo scorso agosto ha ribadito la classificazione della Marijuana in classe 1, alla pari dell'eroina e di altre droghe pesanti.
Già oggi 26 stati americani approvano l'uso terapeutico della cannabis, giudicandola una terapia efficace per molte malattie quali l'artrite reumatoide e il lupus. Studi accreditati riconoscono il suo contributo anche per l'epilessia e l'inappetenza.
Secondo gli esperti il mercato americano della mariujana legale, che oggi vale 7 miliardi di dollari, con il Sì della California passerebbe a 22 miliardi entro il 2020. Il Colorado, che ha legalizzato le canne nel 2012, quest'anno incasserà 140 milioni di dollari di tasse per la vendita di marijuana.
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