venerdì 3 febbraio 2017

Predrag Matvejević, 1932 - 2017

Predrag Matvejević era un uomo dai modi molto garbati ma dal carattere monolitico. E' morto ieri a Zagabria in un ospedale psichiatrico dove era ricoverato da un paio d'anni.
Figlio di un padre russo e di una madre jugoslava di Croazia, era nato a Mostar, la città bosniaca divenuta simbolo dell'atroce guerra civile jugoslava. Aveva lasciato la Jugoslavia nel 1991 per emigrare prima in Francia poi in Italia, dove ha insegnato a Roma alla Sapienza fino al 2007. Mai troppo amato in patria, nel 2005 subì anche una condanna a cinque mesi da un tribunale croato per avere calunniato lo scrittore Mile Pešorda, che a suo avviso aveva contribuito a fomentare la guerra civile. Non fece appello per non riconoscere la giustizia di quel tribunale.
Matvejević divenne famoso nel 1987 con la pubblicazione di Breviario Mediterraneo, un libro delizioso per leggerezza e profondità, che descrive senza una trama il mare più bello del mondo con una narrazione costruita su un filo da acrobata teso tra antropologia, storia, geografia, poesia e filosofia. E per lui la sintesi del Mediterraneo era l'Adriatico, questo piccolo mare denso di storia e di natura. "I Balcani producono molta più storia di quanta ne possano consumare" era una delle sue citazioni rituali.
Una volta intavolammo una discussione sul confine geografico del Mediterraneo, che nel breviario lui indica con l'area di diffusione dell'ulivo. "In effetti l'ulivo non è l'indicatore giusto" - mi rispose. "I confini del Mediterraneo sono segnati dal fico e dal carrubo". Fico e carrubo, due piante umili e robuste, in grado di resistere alla siccità e ai terreni sassosi delle sue adorate isole dalmate. Addio Predrag.

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