Periodicamente il dilemma si ripropone: in termini di fitness, è meglio camminare o andare in bicicletta? La risposta certa, come spesso succede, non c'è. Però si possono fissare alcuni punti fermi. Il primo, sul quale quasi tutti sono d'accordo, è che camminare fa bene quanto correre. Anzi, una passeggiata da marciatore, in cui il movimento delle braccia coinvolge anche le spalle, stimola la muscolatura meglio della corsa. Quindi la velocità del passo non fa grande differenza.
Il secondo punto fermo è che, se è vero che pedalare brucia più calorie, la medesima distanza andando in bici viene percorsa in tempi molto più rapidi, in media circa un terzo. Parlando di spostamenti urbani (non di lunghi percorsi extraurbani di allenamento), un ciclista brucia 12 calorie al minuto e un pedone la metà. Ma in bici come detto si impiega un terzo del tempo, quindi facendo i conti è il pedone a consumare più calorie.
Camminare comporta lo spostamento del peso totale del corpo. Pedalare sposta il nostro corpo, ma il peso da movimentare viene ridotto dal mezzo meccanico. Quindi camminare fortifica di più ossa e muscolatura rispetto all'uso della bicicletta. Però spostarsi in bici è più efficiente in termini di energia consumata. Inoltre per molti camminare è lento e noioso, mentre la bici è più divertente (e ovviamente più veloce).
Poi però c'è il problema dei semafori: sotto il profilo cinetico un ciclista impiega sedici volte l'energia di un pedone per raggiungere la velocità di crociera ripartendo da fermo. Ogni semaforo rosso quindi è devastante per lo spreco di energie che comporta. Anche camminando però si spreca energia: quella utilizzata nel movimento "di rimbalzo" da un passo all'altro. Il corpo di un pedone, al contrario di quello di un ciclista, non va solo in avanti, ma anche su e giù.
La bicicletta è un ottimo mezzo meccanico nelle città di pianura, dove infatti è sempre molto diffusa. Basta pensare a capitali come Copenhagen o Amsterdam, ma anche a città italiane come Ferrara o Parma, la stessa Milano. Quando l'altimetria urbana varia bruscamente le cose per i ciclisti si fanno complicate e pedalare diventa quasi impossibile in centri come Genova, Ancona, Napoli e anche in buona parte di Roma. Le salite invece non spaventano i camminatori, anche se naturalmente richiedono uno sforzo maggiore.
Spostarsi in bici è un esercizio fisico più piacevole che camminare per i tanti che sono sovrappeso, in particolare coloro con più di 20 Kg oltre il peso forma. Per costoro camminare è una esperienza spesso sgradevole per i problemi alle articolazioni già stressate. Però c'è anche la questione economica: la bicicletta è costosa in termini di equipaggiamento (oltre al mezzo e alla sua manutenzione servono antifurto, casco, ecc.). Per camminare basta solo un buon paio di scarpe. Poi la bicicletta deve avere un ricovero (casa, ufficio, auto) e va riposta in luogo sicuro anche alla meta, cosa non sempre facile.
Conclusione: ambedue sono ottimi e sostenibili modi di spostamento. Per la mobilità quotidiana urbana probabilmente camminare è più flessibile e meno complicato.
Il secondo punto fermo è che, se è vero che pedalare brucia più calorie, la medesima distanza andando in bici viene percorsa in tempi molto più rapidi, in media circa un terzo. Parlando di spostamenti urbani (non di lunghi percorsi extraurbani di allenamento), un ciclista brucia 12 calorie al minuto e un pedone la metà. Ma in bici come detto si impiega un terzo del tempo, quindi facendo i conti è il pedone a consumare più calorie.
Camminare comporta lo spostamento del peso totale del corpo. Pedalare sposta il nostro corpo, ma il peso da movimentare viene ridotto dal mezzo meccanico. Quindi camminare fortifica di più ossa e muscolatura rispetto all'uso della bicicletta. Però spostarsi in bici è più efficiente in termini di energia consumata. Inoltre per molti camminare è lento e noioso, mentre la bici è più divertente (e ovviamente più veloce).
Poi però c'è il problema dei semafori: sotto il profilo cinetico un ciclista impiega sedici volte l'energia di un pedone per raggiungere la velocità di crociera ripartendo da fermo. Ogni semaforo rosso quindi è devastante per lo spreco di energie che comporta. Anche camminando però si spreca energia: quella utilizzata nel movimento "di rimbalzo" da un passo all'altro. Il corpo di un pedone, al contrario di quello di un ciclista, non va solo in avanti, ma anche su e giù.
La bicicletta è un ottimo mezzo meccanico nelle città di pianura, dove infatti è sempre molto diffusa. Basta pensare a capitali come Copenhagen o Amsterdam, ma anche a città italiane come Ferrara o Parma, la stessa Milano. Quando l'altimetria urbana varia bruscamente le cose per i ciclisti si fanno complicate e pedalare diventa quasi impossibile in centri come Genova, Ancona, Napoli e anche in buona parte di Roma. Le salite invece non spaventano i camminatori, anche se naturalmente richiedono uno sforzo maggiore.
Spostarsi in bici è un esercizio fisico più piacevole che camminare per i tanti che sono sovrappeso, in particolare coloro con più di 20 Kg oltre il peso forma. Per costoro camminare è una esperienza spesso sgradevole per i problemi alle articolazioni già stressate. Però c'è anche la questione economica: la bicicletta è costosa in termini di equipaggiamento (oltre al mezzo e alla sua manutenzione servono antifurto, casco, ecc.). Per camminare basta solo un buon paio di scarpe. Poi la bicicletta deve avere un ricovero (casa, ufficio, auto) e va riposta in luogo sicuro anche alla meta, cosa non sempre facile.
Conclusione: ambedue sono ottimi e sostenibili modi di spostamento. Per la mobilità quotidiana urbana probabilmente camminare è più flessibile e meno complicato.
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